Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha recentemente scritto sulla sua pagina personale di Facebook: “Da qualche settimana, grazie all’opportunità concessa da una modifica normativa, abbiamo impiegato i dipendenti di AMTS per sanzionare coloro che sostano irregolarmente in molte vie del centro, restringendo la carreggiata e rendendo difficile la circolazione (e il transito dei mezzi di soccorso). Presto, appena terminate le procedure per l’acquisto, introdurremo le ganasce per intervenire su chi parcheggia sui marciapiedi.”
“Comprensibilmente, qualcuno si lamenta (il ‘prezzo’ della novità), mentre altri invocano la famosa formula catanese ‘ma è un minuto’, noncuranti che da noi i sessanta secondi durano 24 ore. C’è chi protesta per la mancanza di parcheggi. Stiamo progettando nuovi spazi, ma ci vorrà del tempo per la loro realizzazione. Intanto, basterebbe utilizzare i parcheggi scambiatori e ricorrere ai mezzi pubblici. Ho chiesto ad AMTS di migliorare il servizio per renderlo più efficiente, soprattutto attraverso l’uso della metropolitana.”
“A chi trova comunque occasioni di dissenso, propongo di riflettere su quanto segue, un passaggio che ho letto e che ci fa capire quanto tempo abbiamo perso: ‘Un grave handicap del nuovo piano è dato dal sangue arabo che scorre (dicono) nelle nostre vene: una delle principali leggi dell’universo è il “teorema del minimo lavoro”, ed esso pervade anima e corpo dei catanesi utenti della strada, sicché, per esempio, mentre in tutte le altre città del mondo si considera tollerabile lo spostamento a piedi entro il raggio di 200-300 metri, il catanese deve entrare con tutta la macchina dal tabaccaio per comprarsi le sigarette e deve posteggiarla con lo sportello sulla direzione precisa del suo portone di casa, non importa se in divieto di sosta, in seconda o in terza fila, infilata di traverso, contromano, eccetera. Quando la strada è così stretta che la sosta della macchina decisamente impedirebbe lo scorrimento anche a senso unico alternato, l’unica concessione che i più gentili fanno ai loro colleghi automobilisti è di parcheggiare per metà sul marciapiede. Tutto ciò, decisamente, non può più andare’ (Angelo Magrì, La Sicilia, 12 gennaio 1965).”
Sacrosanta la scelta di sanzionare chi non rispetta le regole, chi parcheggia sul marciapiede. Assolutamente sì. Ma, se spiegassimo perché è impossibile trovare stalli liberi (strisce bianche, per capirci)? E poi, perché, qualche giorno prima di avviare questi controlli a tappeto — controlli che, ribadiamo, è giusto che ci siano — sono aumentati gli stalli blu che potevano benissimo diventare parcheggi liberi? Perchè come scrive il primo cittadino “Stiamo progettando nuovi spazi, ma ci vorrà del tempo per la loro realizzazione” se già potevano esserci?
Per la cronaca, non esiste una percentuale fissa stabilita per legge che definisca quanti parcheggi liberi devono essere garantiti rispetto a quelli a pagamento. Tuttavia, i comuni sono tenuti a garantire una “ragionevole proporzione” di stalli gratuiti in relazione alle esigenze locali.
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 116 del 9 gennaio 2007), se un comune decide di istituire delle aree di parcheggio a pagamento (strisce blu), è obbligato a garantire la presenza di un numero adeguato di parcheggi gratuiti (strisce bianche) nelle vicinanze. Tuttavia, anche in questo caso, non viene definita una percentuale fissa, ma si parla di una “ragionevole proporzione” che deve essere determinata in base alla specificità del territorio e alle esigenze della viabilità locale.