Matteo Salvini (Fonte: ANSA Foto) - www.cataniaoggi.it
Il Ponte sullo Stretto entra finalmente nella fase esecutiva, con l’apertura dei cantieri prevista a breve: un progetto ambizioso che potrebbe segnare una svolta epocale per il Mezzogiorno. A Milano, commentando i dati Eurostat sull’occupazione in Sicilia e Calabria, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha sottolineato come la nuova infrastruttura genererà «almeno 120.000 nuovi posti di lavoro» e garantirà «per anni sviluppo e benessere da Sud a Nord».
Secondo l’ultima rilevazione Eurostat, il tasso di occupazione in Sicilia si attesta intorno al 44%, mentre in Calabria non supera il 46%: valori inferiori di oltre 10 punti percentuali alla media nazionale. Un divario che ha alimentato il dibattito politico sulle strategie per rilanciare l’economia e trattenere i giovani nel territorio. Il Ponte rappresenta dunque un’occasione unica per creare un indotto che va ben oltre i settori delle costruzioni: studi di settore stimano ricadute positive su logistica, turismo, industria e servizi, con effetti moltiplicatori capaci di innescare nuova imprenditorialità locale. La stima di 120.000 nuovi posti di lavoro include non soltanto gli addetti diretti ai cantieri (ingegneri, operai specializzati, tecnici), ma anche quelli dell’indotto: dalla filiera dei materiali (cemento, acciaio, prefabbricati) alle imprese di trasporto e servizi. Molte di queste figure saranno giovani diplomati e laureati, tradizionalmente costretti a emigrare verso il Nord o l’estero per trovare opportunità. Salvini ha insistito sull’importanza di «dare futuro e speranza a migliaia di giovani e imprenditori», ponendo il Ponte come tassello centrale di una strategia più ampia di riequilibrio territoriale.
Dopo decenni di studi di fattibilità, ripensamenti e contestazioni, il progetto ha superato l’ultimo step autorizzativo e si prepara a beneficiare dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Una parte significativa degli stanziamenti — oltre 8 miliardi di euro — è mirata a garantire la copertura economica, alle condizioni imposte dall’Unione Europea. Le prime gare d’appalto sono state bandite, con criteri di trasparenza e criteri “anti-ncacquisti” per favorire le imprese locali e ridurre i tempi di consegna. Non mancano, però, le polemiche. Le associazioni ambientaliste temono l’impatto sul paesaggio e sulla biodiversità marina, chiedendo studi più approfonditi sulle correnti e sugli ecosistemi dello Stretto. Il mondo accademico avverte inoltre sui rischi di un’opera sovradimensionata rispetto al traffico reale: le previsioni di crescita della mobilità, tuttavia, includono un deciso aumento dei flussi merci via ferrovia, che beneficeranno del ponte come snodo strategico.
Sul fronte politico, partiti e forze sociali restano divisi. Mentre la maggioranza esulta per «il colpo di reni decisivo dopo decenni di immobilismo», l’opposizione contesta i costi complessivi, possibili ritardi e la concentrazione delle risorse sul Ponte a scapito di interventi più diffusi per infrastrutture locali o digitalizzazione. Anche nei territori coinvolti, i sindaci delle città di Palermo e Reggio Calabria chiedono certezze su opere collegate (strade di accesso, raccordi autostradali e potenziamento ferroviario) affinché l’intervento non resti isolato.
Nonostante le controversie, il cantiere del Ponte sullo Stretto si annuncia come il progetto infrastrutturale più ambizioso degli ultimi decenni: un ponte di 3,3 chilometri, sospeso a oltre 200 metri di altezza, che collegherà l’Europa alla Sicilia, fungendo da corridoio naturale verso il Mediterraneo. Se realizzato nei tempi previsti e in sinergia con le reti nazionali, potrà davvero trasformarsi in un volano di crescita, riavvicinando territori, incentivando investimenti privati e creando un modello di sviluppo sostenibile. Come ha concluso il ministro Salvini, «sono determinato ad andare fino in fondo, dopo decenni di chiacchiere, per dare futuro e speranza a migliaia di giovani e di imprenditori anche del Mezzogiorno». Resta ora da vedere come le sfide tecniche, finanziarie e politiche verranno affrontate nei prossimi mesi, ma il via ai cantieri segna certamente l’inizio di un capitolo nuovo per lo sviluppo del Paese.