Salvo Tomarchio, deputato Regionale di Forza Italia, si schiera al fianco degli insegnanti precari

Salvo Tomarchio

“Una situazione incredibile, ma non molliamo”

Salvo Tomarchio, giovane imprenditore prestato alla politica e deputato regionale di Forza Italia, si è immerso in una vicenda complessa e delicata che ha gettato nel caos il mondo della scuola. Ha accolto le paure e le preoccupazioni degli insegnanti precari, scoprendo una realtà che ha definito “davvero incredibile”. Con un lungo intervento sui social, ha voluto condividere con gli insegnanti le scoperte fatte e offrire supporto per evitare speculazioni e raggiri.

Il caos delle certificazioni CLIL e il ruolo delle Istituzioni

Tomarchio ha raccontato come, in queste settimane, insieme ad altri colleghi, abbia portato la questione a livelli istituzionali molto alti, viaggiando tra Palermo e Roma e affrontando lunghe ore di incontri e riunioni per cercare di trovare una soluzione. Ecco i fatti principali che emergono dal suo intervento:

1. Corsi CLIL e insegnanti precari: Migliaia di insegnanti precari, durante l’anno, hanno frequentato corsi di metodologia CLIL, sperando di ottenere 3 punti in graduatoria, come accaduto negli anni precedenti. Molti di loro si sono rivolti a Scuole di Mediazione Linguistica che hanno pubblicizzato questi corsi o, in alcuni casi, ai sindacati che li hanno promossi.

2. Il chiarimento dell’USP di Messina e la risposta del MUR: L’Ufficio Scolastico Provinciale (USP) di Messina ha richiesto un chiarimento al Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per verificare se questi corsi fossero legalmente riconosciuti quando rilasciati dalle Scuole, invece che dagli Atenei. La risposta del MUR, secondo Tomarchio, è stata semplicemente un “copia e incolla” delle disposizioni di legge, che chiariscono come le Scuole di Mediazione Linguistica possano organizzare corsi di formazione, ma non rilasciare certificazioni CLIL con valore legale.

3. Il “Caos” e la decisione del Ministero: Dopo anni in cui l’ex MIUR, ora MIM, non aveva mai sollevato la questione, consentendo che questi corsi fossero riconosciuti e attribuiti 3 punti in graduatoria, il chiarimento del MUR ha portato a una decisione drastica: per l’anno in corso, quei 3 punti non verranno riconosciuti.

Una conclusione dolorosa ma inevitabile: La conclusione è amara. I tre punti non verranno riconosciuti, poiché la situazione è talmente ingarbugliata da rendere preferibile una scelta che eviti ulteriori contenziosi legali. “Se il candidato X, alla luce di 3 punti non validi, supera il candidato Y, quest’ultimo farà ricorso e lo vincerà sicuramente”, afferma Tomarchio. Una palese ingiustizia, ma come si suol dire, “dura lex sed lex”.

Le proposte per andare avanti: Nonostante la situazione complessa, Tomarchio non si arrende. Sta lavorando insieme ai parlamentari nazionali a un’interrogazione al Ministro Valditara, chiedendo un chiarimento pubblico sulla vicenda e la possibilità di sanare la situazione entro il 10 giugno 2024, per recuperare i punti per il prossimo aggiornamento delle graduatorie.

Nel frattempo, ha proposto al Direttore Pierro dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR) Sicilia, che si è mostrato disponibile, di riservare per quest’anno una quota dei corsi organizzati insieme agli Atenei, giuridicamente validi, per chi ha subito questa ingiustizia.

Un impegno senza sosta per la Giustizia e la legalità

Salvo Tomarchio conclude il suo intervento con una riflessione sulla difficoltà di risolvere problemi complessi, anche quando è evidente un torto subito o un’ingiustizia paragonabile a una “presa in giro”. “Il compito della politica,” afferma, “resta quello di ascoltare e impegnarsi instancabilmente per risolvere i problemi, sempre nel rispetto della legge. Spero di aver assolto al mio compito, seppur al momento non con gli esiti sperati.”