Santa Venerina, la Chiesa Madre torna alla comunità: «Un nuovo inizio per tutti noi»

Dopo il sisma del 2018, riapre il principale luogo di culto: celebrazione presieduta dal vescovo Raspanti e dono simbolico del pastorale in legno dei barconi
Sabato 5 aprile 2025 resterà impressa nella memoria della comunità di Santa Venerina come una giornata di profonda emozione e rinascita. Dopo anni di lavori di restauro, miglioramento sismico e completamento del campanile, la Chiesa Madre è stata restituita alla cittadinanza con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Acireale, Monsignor Antonino Raspanti.
La cerimonia, carica di significato simbolico e spirituale, ha avuto come momento centrale il rito di benedizione della chiesa, concelebrato insieme al parroco Don Giovanni Marino e a numerosi sacerdoti della diocesi. Presenti numerose autorità religiose e civili, tra cui il Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Dott. Salvatore Scalia, il sindaco Santo Raciti, il RUP Rosario Arcidiacono, la soprintendente Ida Buttitta, l’architetto Giuseppe Marano, e i sindaci dei comuni colpiti dal sisma, oltre a una nutrita partecipazione di fedeli.
La Chiesa Madre di Santa Venera era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 26 dicembre 2018, che aveva reso necessari importanti lavori di consolidamento e riqualificazione. Il progetto, per un valore complessivo di 1.185.000 euro, è stato interamente finanziato dal Fondo Statale per la Ricostruzione nei territori colpiti dal sisma.
L’intervento, seguito dall’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi, guidato da Don Angelo Milone, ha permesso di restituire alla comunità un edificio non solo più sicuro, ma anche rinnovato nel suo valore storico, artistico e spirituale.
«Oggi non celebriamo solo la ricostruzione di un edificio, ma il ritorno alla vita di una comunità», ha dichiarato il vescovo Raspanti durante l’omelia. «Questa chiesa rinnovata è il segno tangibile della speranza e della fede che hanno animato Santa Venerina in questi anni difficili».
A fargli eco il parroco Don Giovanni Marino, che ha voluto esprimere pubblicamente la propria gratitudine: «Questa è la nostra casa che torna a vivere. Un luogo dove ritrovarsi, pregare, crescere insieme. È davvero un giorno di ripartenza per tutti noi».
Il Commissario per la Ricostruzione Salvatore Scalia ha sottolineato il valore istituzionale e civile dell’opera: «Restituire alla cittadinanza un bene così identitario è un segnale forte. Questo progetto testimonia la volontà di non lasciare indietro nessuno e di valorizzare il patrimonio storico e religioso dei nostri territori».
Infine, il sindaco Santo Raciti ha parlato di un momento di rinascita collettiva: «Oggi non inauguriamo soltanto un edificio restaurato, ma celebriamo il ritorno di un punto di riferimento per la comunità. Continueremo a lavorare affinché Santa Venerina sia un luogo di solidarietà, fede e cultura».
A suggellare la giornata, un gesto altamente simbolico: al vescovo Raspanti è stato donato un pastorale realizzato con il legno dei barconi naufragati sulle coste siciliane, opera della cooperativa “Rò La Formichina” della Comunità Papa Giovanni XXIII. Un segno di speranza che unisce la memoria al futuro, e la spiritualità alla solidarietà.