Scandalo e dimissioni: Gennaro Sangiuliano lascia il Ministero della Cultura

Giorgia Meloni gli concederà l’onore delle armi solo a cose fatte, ma Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, ha provato fino all’ultimo a resistere. Dopo aver ricevuto la comunicazione del suo destino segnato dalla premier, attraverso i suoi collaboratori, Sangiuliano ha reagito cercando di mantenere il controllo della situazione, fino a organizzare un sopralluogo all’Arco di Costantino per verificare i danni di un fulmine. Questo gesto ha sollevato allarme e sgomento a Palazzo Chigi, dove è emersa la consapevolezza che la situazione stava sfuggendo di mano.

Il commento di Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni, intervenendo a Cernobbio, ha spiegato che le dimissioni di Sangiuliano sono state accettate perché il ministro desiderava liberarsi dal suo incarico per difendersi meglio dalle accuse. “Quando si parla per giorni della vita privata di un ministro, la sua vita pubblica è finita”, ha dichiarato Meloni, aggiungendo che “c’è stata una forte campagna mediatica su una questione privata del ministro, e lui ha commesso l’errore di trasformarla in un fatto pubblico”.

Tensione e intrighi

La preoccupazione è aumentata a causa delle possibili rivelazioni di Maria Rosaria Boccia, che avrebbe in suo possesso dettagli sensibili, tra cui foto, audio e screenshot del ministro. Mentre Sangiuliano nega di averle mai inviato nulla, restano dubbi su ciò che potrebbe essere in suo possesso, con l’ipotesi che Boccia abbia addirittura scaricato le chat WhatsApp del cellulare del ministro. Nel frattempo, Boccia avrebbe cercato di avvicinare politicamente persone vicine alla premier, come il ministro Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Marcello Gemmato.

Gli ultimi giorni da Ministro

Sangiuliano sembra non rendersi conto dei segnali inequivocabili: i giornali vicini al governo chiedono le sue dimissioni, i media internazionali lo attaccano, e cresce la rabbia all’interno di Fratelli d’Italia per le critiche espresse dal ministro verso altri membri del governo. Intanto, mentre Sangiuliano annuncia di voler portare Boccia in tribunale per violazione della riservatezza, cresce la preoccupazione a Palazzo Chigi che l’imprenditrice possa presentare prove incriminanti durante un eventuale processo.

La decisione finale

La resistenza di Sangiuliano è vana. Nel pomeriggio, viene convocato a Palazzo Chigi dove la premier Meloni gli dà un ultimatum: dimettersi o vedersi costretto a lasciare pubblicamente l’incarico. Sangiuliano, in lacrime, si congeda dai suoi colleghi, mentre il suo successore, Alessandro Giuli, già scelto da giorni, si prepara a prendere il suo posto.

Il ruolo del Quirinale

Intanto, dal Quirinale emerge un senso di sollievo per la fine di uno scandalo che stava creando imbarazzo, con la presidenza della Repubblica che avrebbe esercitato una pressione morale per salvaguardare l’immagine internazionale del Paese. È stato confermato che il presidente Sergio Mattarella ha accolto favorevolmente l’idea di un rapido avvicendamento, in modo da evitare ulteriori giorni di tensione mediatica in vista del G7 della Cultura.

Maria Rosaria Boccia e l’attenzione mediatica

Maria Rosaria Boccia, che ha guadagnato notorietà sui social media con oltre 105 mila follower su Instagram, potrebbe vedere calare l’attenzione mediatica dopo le dimissioni di Sangiuliano. Tuttavia, il caso rimane aperto, con la possibilità che emergano ulteriori dettagli o accuse. Boccia, intervistata, ha negato di essere stata una ricattatrice, ma ha affermato di avere documenti importanti, pur dichiarando che non li renderà pubblici.

Tensioni e nuove rivelazioni

Il caso si è complicato ulteriormente con l’emergere di un nuovo dettaglio riguardante Maria Rosaria Boccia, la donna al centro dello scandalo. L’ex marito di Boccia, infatti, ha da circa un anno richiesto la correzione di un errore materiale nella sentenza di divorzio, emessa nel 2015 da un tribunale napoletano. Il documento, che non è ancora stato trascritto all’anagrafe dopo nove anni, riporta un codice fiscale errato dell’imprenditrice, un errore di cui è stata chiesta la correzione allo stesso tribunale.

Maria Rosaria Boccia e il suo ex marito, Marco, si sono sposati nel 2009, ma il matrimonio è durato pochi mesi prima che iniziasse uno scambio di lettere tra avvocati, culminato in un divorzio che inizialmente è stato molto combattuto, ma che si è concluso senza ulteriori contatti tra i due, che ora vivono in città diverse.

La difesa dell’ex Ministro

Nel frattempo, l’avvocato di Sangiuliano, Silverio Sica, ha annunciato che presenterà una denuncia formale all’inizio della prossima settimana, dichiarando che l’ex ministro è stato oggetto di pressioni illecite da parte di Boccia, che potrebbero configurare il reato di tentata estorsione. Sica ha affermato che forniranno ai magistrati una ricostruzione cronologica e dettagliata della vicenda, sottolineando che si tratta di una questione strettamente privata.

Un epilogo incerto

Boccia continua a chiedere scuse pubbliche da Sangiuliano, non come ministro, ma come uomo, e ha espresso delusione per come il caso è stato gestito. Nel frattempo, rimangono molte domande su quanto potrebbe ancora emergere dai retroscena di questa vicenda, e su quale impatto avrà sull’immagine del governo e delle figure coinvolte.