Scarcerazione per motivi di salute: il gip di Catania accoglie la richiesta di scarcerazion
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Il giudice per le indagini preliminari di Catania, ha disposto la scarcerazione di Cristian Calvagno, 37 anni, per gravi motivi di salute. L’uomo era stato arrestato per associazione mafiosa nel novembre 2024, nell’ambito dell’operazione “Meteora” condotta dalla polizia, che aveva coinvolto 18 presunti esponenti del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei attiva in quella zona.
Calvagno, detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il 20 gennaio scorso aveva tentato il suicidio. La moglie, Cristina Furnari, 36 anni, aveva inviato una lettera al gip e al procuratore generale di Catania per implorare un intervento, sottolineando il “gravissimo stato di salute” del marito, che “sta lentamente morendo”.
Il giudice ha disposto per Calvagno l’obbligo di dimora nel comune di Biancavilla e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento giunge dopo diverse istanze presentate dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, che aveva ripetutamente evidenziato le condizioni fisiche e psicologiche incompatibili con il regime carcerario.
“Il mio assistito”, ha dichiarato il legale, “presenta una condizione psicologica gravissima, è depresso e oppresso da un costante senso di colpa nei confronti del figlio minorenne, gravemente malato. Inoltre, negli ultimi tempi ha perso circa quindici chilogrammi, a riprova di un peggioramento fisico”.
Nel provvedimento, il gip sottolinea come, “nonostante i provvedimenti emessi e gli stessi solleciti anche per le vie brevi, regolarmente annotati dalla cancelleria, sia stato impedito a questa autorità giudiziaria di avere piena contezza delle condizioni di salute dell’indagato e dell’andamento dei trattamenti cui era sottoposto”. Il giudice evidenzia inoltre di “non avere avuto alcun riscontro dal direttore della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere né dal personale sanitario che vi opera”.
Di conseguenza, è stato disposto che “il provvedimento e gli atti collegati siano trasmessi alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) per le determinazioni di competenza nei confronti del direttore del carcere e del personale sanitario”.