Tre arresti per estorsione, operazione coordinata tra Siracusa, Augusta e Paternò

L’8 agosto, a seguito di indagini coordinate dalla Procura di Catania, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa, del Nucleo Operativo della Compagnia di Augusta e della Compagnia di Paternò hanno arrestato: Sebastiano Giuffrida, 52 anni, Marco Isaia Coriolano 30 anni e Santo Molino, 44 anni. Secondo l’accusa, per il coinvolgimento in plurimi episodi delittuosi di estorsione, aggravati dall’aver perpetrato il reato in più persone riunite e contro un soggetto ultrasessantacinquenne. I reati sarebbero stati commessi ad Acireale e Paternò nel mese di luglio e nei primi giorni di agosto.

Le indagini, inizialmente condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Augusta, sotto il coordinamento della Procura, hanno permesso di raccogliere elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento dei tre indagati in due gravi episodi di estorsione ai danni del titolare di un’azienda agricola e del padre di quest’ultimo.

Le attività investigative hanno ricostruito la dinamica dei fatti, che ha avuto inizio il 25 luglio 2024, quando ai due malcapitati è stato richiesto il pagamento di 6mila euro per la restituzione di un escavatore e di una trincia agricola precedentemente sottratti. Inoltre, era stata imposta la condizione di utilizzare l’escavatore per un furto con la tecnica della spaccata. Successivamente, le parti si sono accordate per una somma di 2.500 euro per la restituzione dell’escavatore e di 1.200 euro per la trincia.

La fase conclusiva delle indagini ha visto le vittime rivolgersi ai Carabinieri. Sotto il coordinamento della Procura, è stato predisposto un servizio di controllo durante la consegna del secondo parte della somma richiesta per l’estorsione. L’operazione si è conclusa con l’arresto di uno dei soggetti in possesso delle banconote consegnate dalle vittime e con il fermo dei due complici nella località di Sferro, frazione del comune di Paternò.

Dopo il trasferimento degli arrestati presso la locale Casa circondariale, il Giudice per le indagini preliminari, considerando la gravità del quadro indiziario, ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti e tre gli indagati, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del fascicolo d’indagine.