Anche a Catania marcia della pace promossa dall’arcidiocesi in collaborazione con diverse realta’ associative e movimenti del territorio. Ieri l’arcivescovo Luigi Renna e l’imam della Moschea della Misericordia, Kheit Abdelhafid, hanno guidato l’appuntamento. L’evento e’ ispirato dal Messaggio di Sua Santita’ Francesco per la LVII Giornata Mondiale della Pace “Intelligenza artificiale e pace”, recando, come sottotitolo, un riferimento preciso: “Per la pace non basta l’intelligenza artificiale! Occorre umanita’ e responsabilita’”.
Si inserisce nel piu’ ampio contesto nazionale di iniziative finalizzate a sensibilizzare e mobilitare il mondo cattolico e i cittadiniaffinche’ siano autentici architetti e artigiani di pace e di fraternita’. Un concetto ripreso anche dal vescovo nel suo messaggio di fine anno alla comunita’ catanese: “Buon Anno con quei sentimenti di pace che nascono solo quando abbiamo imparato dal Figlio di Dio l’umilta’ e la sua mitezza di Agnello. E a voi che abitate i presepi del nostro tempo: vi auguro di trovare la forza e incontrare la nostra fraternita’ di credenti per ritornare a sorridere ogni giorno”.
La manifestazione si e’ svolta nell’assoluto silenzio, con due momenti di raccoglimento scanditi dalle acclamazioni per sottolineare dei messaggi di pace e cartelloni che riportano i nomi dei Paesi in guerra.
“L’indifferenza è nemica della pace. Siamo qui per non rimanere indifferenti. La marcia di oggi come cammino di speranza e dialogo, un cammino comune, simile alla marcia che ci apprestiamo a vivere: non da soli, ma insieme, non in silenzio ma in dialogo tra gente diversa disposta all’incontro per costruire la pace nei paesi ancora drammaticamente colpiti dalla guerra, una pace non solo proclamata ma vissuta, un cantiere aperto a tutti”. Lo afferma l’Imam di Catania Abdelhafid Kheit a margine della marcia della pace,
“Oggi – aggiunge l’Imam di Catania- la comunità internazionale è chiamata di ritrovare con forza le vie diplomatiche per risolvere i conflitti e fermare il massacro feroce dei bambini, donne, anziani a Gaza, in Ucraina e in altri parte dove la violenza e il disprezzo delle vite umane è diventata una regola”. “In ognuno di noi – continua- ci sia il convincimento che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppur fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, nessuno può salvarsi da solo perché accomunati dalla medesima appartenenza all’unico genere umano”. ‘
‘È urgente dunque ribadire insieme – osserva Abdelhafid Kheit- i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana. A partire da questa reciprocità, pur nella diversità di esperienze – conclude l’Imam- possiamo costruire insieme la pace, garantire la giustizia, superare gli eventi più dolorosi come i conflitti che, in ogni parte del mondo, mietono vittime innocenti e diffondono incertezza”.