Catania

Appropriazione indebita, indagato commercilista

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Appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio: sono le accuse contestate dalla Procura di Catania per le quali il giudice per le indagini preliminari ha disposto misure cautelari reali nei confronti di un dottore commercialista. Le indagini del nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di finanza di Catania, hanno evidenziato che il professionista, in qualita’ di socio e rappresentante legale dell’associazione tra professionisti con sede a Catania, avendo piena disponibilita’ dei conti correnti in ragione dell’incarico di gestione contabile dell’associazione, avrebbe effettuato, nell’arco di un triennio, molteplici bonifici a proprio favore per importi sensibilmente superiori alla quota di partecipazione agli utili pattuito tra i soci, appropriandosi indebitamente di oltre un milione e quattrocentomila euro.

Il commercialista, inoltre, avrebbe reimpiegato gran parte delle somme illecitamente apprese, per un importo di circa un milione di euro, in attivita’ economiche e imprenditoriali mediante: l’esecuzione di diversi versamenti a favore di societa’ al medesimo riconducibili per un ammontare di circa 700 mila euro; oltre all’acquisto della piena proprieta’ di due immobili con sede in Aci Castello, di cui era gia’ proprietario al 50%, versando un importo complessivo di 143 mila euro. Il commercialista avrebbe anche sottoscritto fondi comuni di investimento per la somma di oltre 170 mila euro e l’investimento in aste giudiziarie per l’acquisto di oro e metalli preziosi per 8 mila euro.

Le accuse nei suoi confronti sono appropriazione indebita, aggravata dall’aver abusato delle relazioni d’ufficio e dall’aver cagionato alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravita’, nonche’ di autoriciclaggio di parte del provento di reato. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo degli immobili situati in Aci Castello, nonche’ delle somme frutto di indebita appropriazione, sino a concorrenza di 1,4 milioni di euro, a valere sui conti correnti bancari personali dell’indagato e, in caso di incapienza, sui conti correnti delle societa’ allo stesso riconducibili.

Sigilli anche a sette societa’ riferibili all’indagato, con contestuale nomina di apposito amministratore giudiziale, operanti, oltre che nel settore dei servizi forniti da dottori commercialisti, in quelli del trasporto marittimo di passeggeri, della locazione immobiliare di beni propri e dei supermercati.

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Redazione

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