Venerdì di passione anche per la politica siciliana che si arrovella alla ricerca di un compattamento che adesso sembra vicino ma non abbastanza. Il nome posto sul tavolo del Centrodestra per Catania di Enrico Trantino trova consensi quasi unanimi nella coalizione e potrebbe davvero mettere tutti di nuovo insieme ma dopo il rinvio del tavolo resta il nodo Lega. Il partito di Salvini, già in corso da tempo per catania con un candidato forte come Valeria Sudano non può semplicemente fare un passo indietro senza che gli alleai mostrino rispetto e offrano compensazioni opportune. una esigenza politica visto che fino ad ora in Sicilia praticamente la formazione guidata da Annalisa tardino non ha avuto nulla.
Proprio in attesa della risposta della Lega la situazione è di stallo. Di fatto la palla torna a Roma. Si aspetta che siano i leader a parlarsi. Tocca a Matteo Salvini sentire personalmente Giorgia Meloni sul caso catania. Solo dopo arriveranno indicazioni in Sicilia per Catania
Ieri anche Forza Italias è uscita allo scoperto. Se su Trantino proposto da Fratelli d’Italia si era schierato senza se e senza ma il Movimento per l’Autonomia, Forza Italia era rimasta in una posizione mediana, vicina a questa indicazione ma senza diktat. Il mandato del commissario Caruso era quello di evitare qualsiasi spaccatura e dunque il nome di Trantino può essere una soluzione
Adesso gli azzurri abbandonano ogni indugio “Salutiamo con favore l’indicazione, giunta dagli alleati di Fratelli d’Italia, sulla candidatura a sindaco di Catania di Enrico Trantino. Professionista e politico molto apprezzato in città, figura che risponde a tutti quei requisiti in ambito amministrativo, professionale e soprattutto umano di cui deve disporre il sindaco della nona città d’Italia. Attorno a Trantino possono esserci le giuste condizioni per costruire una seria e duratura prospettiva di buongoverno per Catania, fondata sulla rappresentatività del centrodestra e la sua riaffermata unità” dice il commissario di Forza Italia per Catania e provincia, l’assessore regionale Marco Falcone. La sua è una posizione di partito, certamente, ma dell’area etnea del partito, che pure conta visto che proprio del candidato sindaco di Catania si parla.
“Forza Italia – prosegue Falcone – quale partito collante e punto d’equilibrio della coalizione, secondo la linea indicata dal presidente Silvio Berlusconi, ben interpretata in Sicilia dal presidente Renato Schifani e dal commissario Marcello Caruso, intende rivolgere un appello agli alleati: occorre andare oltre i tatticismi e le ragioni di parte, per fare invece prevalere quelle dello stare assieme, sulla base di valori e programmi che l’elettorato catanese premierà a fine maggio alle urne. Dovrà essere il centrodestra unito, plurale e largo, – conclude Falcone – a guidare Catania fuori dalle emergenze e ad adottare quelle azioni di rilancio che tutta la città attende”.
La soluzione sembra più vicina visto che gli altri alleati, NcI e dc Nuova, hanno già annunciato che convergeranno su un candidato unitario. Il cerino resta in mano alla Lega alla quale qualcosa bisognerà pur concedere.
Nasce così in ambienti di Fratelli d’Italia l’idea di un ticket con Trantino candidato sindaco e Valeria Sudano vice sindaco. Una idea che così come viene lanciata nell’agone non può funzionare. Per una ipotesi del genere la Lega dovrà indicare un altra persona
Se per senso di responsabilità Valeria Sudano sarà costretta a fare un passo indietro su indicazione del suo partito, lo farà, ma in quel caso il suo disimpegno dalla candidatura diretta sarà totale. Appoggio alla coalizione ma senza il suo nome in gioco.
Il non detto a volte urla più forte delle parole. Nella Lega ci sono dirigenti di partito e figure già impegnate nell’amministrazione che potrebbero ricoprire quel ruolo.
Ma le compensazioni da offrire sono anche altre. Gli alleati parlano di diritti di prelazione nella scelta dei candidati da lasciare alla lega in occasione delle prossime elezioni provinciali che si pensa di riuscire ad indire in autunno (ma forse slitteranno per il tempi di approvazione della nuova legge sulle province) e in occasione delle elezioni europee del prossimo anno. Compensazioni futuribili e questo non piace. La politica, si sa, è volubile e tante cose possono cambiare da qui ad allora