C’è formalmente anche Valeria Sudano tra i candidati a sindaco di Catania. La ‘messa a disposizione’ giunge oggi attraverso un’intervista che la parlamentare della Lega ha concesso al quotidiano La Sicilia in cui esce dall’equivoco dei rumors giornalistici che si susseguono da mesi e ammette di essere della partita precisando da subito che si tratta di una “scelta condivisa con Salvini” e che soprattutto tale decisione non mira spaccare il centrodestra.
Il tema dell’unità che attualmente governa il Paese e la Regione Siciliana è infatti centrale e lo riconosce la stessa Sudano che sottolinea come “certamente Fratelli d’Italia, come ogni altro partito della coalizione, ha la facoltà di poter proporre un proprio candidato” evidenziando comunque che quanto a compattezza “tutte le formazioni territoriali che compongono il centrodestra, tanto a Catania quanto a livello nazionale, hanno sempre dimostrato di possedere questo metro di giudizio e di valutazioni nel proprio dna”.
In effetti proprio il partito di Giorgia Meloni non ha mai fatto mistero di voler cedere agli alleati la prima carica di Palazzo degli Elefanti, anche alla luce del ‘passo di lato’ di Nello Musumeci alla Regione che ha spianato la strada al forzista Renato Schifani, ed avrebbe almeno tre nomi da sottoporre alla coalizione: gli ex assessori comunali Sergio Parisi e Pippo Arcidiacono e l’ex titolare dell’assessorato regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Al di là dell’uscita di Valeria Sudano, l’altro significativo elemento di novità della partita Comunali è di natura burocratica. Secondo le indicazioni che arrivano dal governo nazionale, infatti, la scadenza indicata dall’assessorato agli Enti Locali della Sicilia, cioè il 28 e 29 maggio prossimi, potrebbe essere anticipata di due settimane (14 e 15) per equipararla al voto delle altre città del Paese.
Insomma Catania – e gli altri centri siciliani in cui si rinnovano le amministrazioni comunali – potrebbe rientrare in una partita decisamente più ampia dove, per il centrodestra, sarà fondamentale tenere salda la propria unità per evitare pericolose ripercussioni sulla tenuta a livello nazionale. Bisognerà comprendere, in particolare, quanto la Lega voglia contenere l’avanzata di FdI nei territori del Nord a scapito di scelte di espansione a queste latitudini.
Ecco perché, nonostante il calendario corra piuttosto rapidamente ed i programmi da sottoporre agli elettori, sono ancora un mistero, la partita delle candidature e tutt’altro che definita anche se i contorni cominciano ad essere più marcati.
Ma non è tutto. C’è chi attende il verdetto della cassazione dove si deciderà se l’ex governatore Raffaele Lombardo potrà cantare vittoria e dimenticare una volta per tutte le accuse per mafia subite in questi anni. Lombardo, non ha mai nascosto il desiderio che l’Mpa possa esprimere un suo candidato sindaco: “abbiamo nel nostro curriculum una storia che ci legittima, se non come protagonisti solo perché non abbiamo più l’età, ma come ispiratori di una linea politica per una grande Catania”.