L’Etna, il gigante dormiente della Sicilia, si è nuovamente risvegliato, mostrando la sua potenza attraverso una spettacolare fontana di lava. Questo fenomeno naturale ha catturato l’attenzione di scienziati e appassionati di vulcanologia in tutto il mondo, offrendo uno spettacolo mozzafiato e ricordandoci la potente forza della natura che si cela sotto la crosta terrestre.
La recente attività dell’Etna ha visto getti di lava elevarsi a centinaia di metri nell’aria, creando una colonna eruttiva che ha raggiunto circa 8 km di altezza, disperdendosi verso est-sud-est. Questa manifestazione della forza del vulcano non è solo un evento visivo impressionante, ma è anche un importante indicatore delle dinamiche interne che governano questi giganti geologici.
La caduta di materiale fine è stata segnalata in diverse località, tra cui Rifugio Sapienza, Piano Vetore, contrada Milia, Nicolosi, Tremestieri Etneo e Catania, evidenziando l’ampio raggio d’azione dell’eruzione. L’attività di fontana di lava, che ha iniziato a diminuire gradualmente fino a esaurirsi intorno alle 10:15, ha anche prodotto un trabocco lavico dall’orlo occidentale del cratere Bocca Nuova, aggiungendo un altro elemento al paesaggio già drammatico dell’Etna.
Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto i valori massimi tra le 4:30 e le 10, seguita da un decremento che, dopo alcune fluttuazioni, ha raggiunto la base del livello alto intorno alle 13:30, dove attualmente persiste con una tendenza al decremento. Le sorgenti del tremore sono state localizzate nell’area del cratere Voragine, a un’elevazione di circa 2400 metri.
In parallelo, l’attività infrasonica ha subito un rapido decremento, sia nel numero degli eventi che nell’ampiezza, con una debole attività attualmente osservabile al cratere di sud-est.
Questi eventi sono un promemoria della continua evoluzione del nostro pianeta e dell’importanza di monitorare attentamente questi fenomeni per comprendere meglio i processi vulcanici e per garantire la sicurezza delle comunità circostanti. L’Etna continua a essere uno dei vulcani più studiati al mondo, e ogni eruzione offre nuove informazioni preziose che arricchiscono la nostra conoscenza di questi affascinanti fenomeni naturali.
Sono intanto 18 i voli dirottati finora dall’aeroporto di Catania, chiuso a causa della cenere dell’Etna, agli scali di Palermo e Trapani. Dieci aerei diretti a Fontanarossa sono stati indirizzati verso il Falcone-Borsellino mentre altri otto, tra cui tre internazionali (Eindhoven, Londra e Madrid) sono atterrati al Vincenzo Florio. “Assicureremo il massimo dei servizi possibili per alleviare i disagi ai passeggeri dirottati”, dice il presidente di Airgest, società che gestisce lo scalo trapanese, Salvatore Ombra.
Il Codacons richiede al ministro Nello Musumeci la dichiarazione di stato di calamità. Non si può resistere a quanto ancora oggi accaduto su Catania. La cenere dell’ Etna ha ricoperto le strade e ha determinato l’ennesima chiusura dell’ aeroporto. È necessario – afferma Francesco Tanasi Segretario Nazionale – un intervento governativo urgente per dare un aiuto concreto alla città e alla sua provincia. La cenere provoca pericoli alla circolazione stradale e alla salute degli abitanti oltre che notevoli problemi ai voli in arrivo e in partenza. E’ di fatto uno stato di calamità che deve essere ufficializzato da un apposito intervento del governo nazionale. Il Codacons richiede pertanto al ministro Musumeci di avanzare l’ istanza al prossimo consiglio dei ministri. – conclude Tanasi.