Catania

“Fossa dei Leoni II”, eseguiti 14 provvedimenti

Si chiama “Fossa dei Leoni II”, l’operazione che ha impegnato oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, dove sono stati eseguiti 14 provvedimenti. Gli indagati, sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Tra i destinatari del provvedimento finiti in carcere ci sono: Giuseppe Amoruso, classe 1994; Angelo Condorelli, classe 1990 (in atto detenuto presso casa circondariale Enna); Francesco Condorelli, classe 1985 (in atto detenuto presso casa circondariale Piazza Lanza); Salvatore Cristaudo, classe 1989 (in atto detenuto presso casa circondariale Palermo); Orazio Drago, classe 1970; Daniele Giuseppe Fabiano, classe 1989; Lucio Lombardo, classe 1990; Alessandro Rossello, classe 1997 (in atto detenuto presso casa circondariale Rossano Calabro); Daniele Rossello, classe 1993; Roberto Santapaola, classe 1980; Nunzio Tomaselli, classe 1991.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Catania “Fontanarossa”, ha consentito di smantellare una fiorente piazza di spaccio situata lungo viale Grimaldi, nel quartiere Librino di Catania, conosciuta appunto come “Fossa dei Leoni” (per la sua struttura morfologica) e storicamente riconducibile al clan “Cappello”.

Emblematiche le contromisure utilizzate dai pushers per non essere sorpresi dalle forze dell’Ordine. La piazza di spaccio, suddivisa su due turni, uno dalle 09:00 alle 18:00 e uno dalle 18:00 alle 22:00, garantiva agli acquirenti l’acquisto di crack, cocaina e marijuana, sostanze stupefacenti per le quali pusher e vedette utilizzavano veri e propri “nomi in codice” quali “camicie” per la cocaina, “crackers” per il crack e “giubbotto” per la marijuana.

La postazione del pusher, collocata all’interno dell’androne di una delle due palazzine del viale Grimaldi 10, era protetta da un portone in ferro battuto, abusivamente installato e apribile solo dall’interno. Ad ulteriore “difesa” del pusher era prevista una rete di vedette, alcune delle quali chiamate ad osservare gli ingressi della piazza di spaccio, altre, invece, ad effettuare una sorta di “prefiltraggio” nei confronti degli acquirenti appena arrivati.

Gli indagati tratti in arresto, secondo quanto risulta dalle indagini, nell’attuale fase in cui il contraddittorio tra le parti non risulta instaurato in modo completo, avrebbero agito nella piazza di spaccio con le modalità indicate e avrebbero avuto una particolare attenzione alle modalità di rifornimento della piazza di spaccio: le dosi di cocaina e crack, per via delle ridotte dimensioni, sarebbero state custodite all’interno delle abitazioni di alcuni degli appartenenti al sodalizio o, in alternativa, nascoste nelle aiuole del piazzale antistante la piazza di spaccio.

Un vero e proprio sistema di regole ed espedienti che, secondo quanto è emerso dalle indagini, allo stato degli atti ed in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, secondo l’accusa, “sarebbe stato messo a punto dal presunto capo-promotore, Angelo Condorelli”.

Nel corso dell’attività i Carabinieri hanno eseguito complessivamente 26 arresti in flagranza di reato, denunciato 2 persone in stato di libertà e sottratto al circuito del traffico di sostanze stupefacenti 66,620 kg di marijuana, 61 gr. di crack e 57 gr. di cocaina. Sono stati, inoltre, sequestrati: due pistole, un fucile, trentuno cartucce di vario calibro, un sistema di videosorveglianza, uno smartphone munito di scheda telefonica, un “pizzino” recante date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente e 2810,00 euro, provento dell’attività illecita.

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Published by
Alfio Musarra