Giornata cruciale per l’inchiesta “Pandora”, con il giudice per l’udienza preliminare (Gup) Ottavio Grasso che dovrà decidere se rinviare a giudizio l’ex vicepresidente della Regione Sicilia, Luca Sammartino, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta. Sammartino, leader della Lega in Sicilia, si è dimesso lo scorso 17 aprile dalle cariche di vicepresidente e assessore, dopo essere stato sospeso dalle funzioni pubbliche dal Gip, provvedimento poi confermato anche dal Tribunale del Riesame. L’ex vicepresidente ha sempre respinto le accuse, dichiarando la sua “piena fiducia nella magistratura”.
La richiesta di rinvio a giudizio per Sammartino e altri imputati è stata firmata dai sostituti procuratori Rocco Liguori, Fabio Saponara e Santo Distefano, con il visto del procuratore aggiunto Francesco Puleio e della procuratrice facente funzioni Agata Santonocito.
Ieri è iniziata l’udienza preliminare, che ha visto separarsi le posizioni di 13 imputati rispetto al troncone principale dell’inchiesta. L’indagine riguarda presunte infiltrazioni della criminalità organizzata e casi di corruzione al Comune di Tremestieri Etneo, in cui Sammartino è accusato di due episodi di corruzione.
Tra coloro che hanno chiesto di patteggiare vi sono l’ex consigliere comunale Mario Ronsisvalle, l’allora consulente del sindaco Giuseppe “Puccio” Monaco e il professionista Paolo Di Loreto. Tuttavia, il Gup Grasso, per ragioni di incompatibilità, ha rinviato la decisione ad un altro giudice, Simona Ragazzi, che si pronuncerà nell’udienza del 7 ottobre.
Nel frattempo, dieci imputati, tra cui l’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, e Pietro Alfio “Piero” Cosentino, hanno optato per il giudizio abbreviato. Tra loro anche Francesco Santapaola e Vito Romeo, presunti membri di Cosa Nostra e quest’ultimo cognato di Cosentino. Questi imputati sono accusati di scambio politico-mafioso per le elezioni amministrative del 2015.
L’udienza proseguirà il 25 novembre, quando compariranno davanti al Gup anche Antonio Battiato, Salvatore Bonanno, Domenico Cucinotta, Antonino Cunsolo, Giuseppe Ferlito e Giovanni Naccarato, con la prosecuzione del processo per gli altri imputati.