Ingegneria idraulica, la nuova sfida tecnica e etica a tutela dei territori

La trasformazione del territorio e le conseguenze alla luce dei cambiamenti climatici è la nuova sfida tecnica, oltre che un impegno etico, degli ingegneri soprattutto in quei territori, come quello siciliano e soprattutto catanese, particolarmente esposti ai gravi rischi idraulici.
Ne hanno discusso nei giorni scorsi, al Polo Bioscientifico dell’Università di Catania, i rappresentanti delle istituzioni e gli esperti del settore nel corso della Giornata di studi in memoria dei docenti Emanuele Guggino e Salvatore Indelicato dal titolo “Invarianza idraulica e idrogeologica” incentrata sul contrasto del rischio idraulico.

A ricordare le due figure il prof. Salvatore Barbagallo che ha sottolineato «le importanti innovazioni scientifiche e tecniche portate avanti dai due docenti e le loro ricadute applicative in grado di affrontare problemi e migliorare la qualità della vita delle persone e per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente».

«Oltre che fondatori e presidenti del Csei-Catania Centro studi di economia applicata all’Ingegneria e dell’Associazione Idrotecnica italiana- Sicilia orientale sono stati dei veri “maestri” per tanti di noi sia sul piano personale, sia professionale» ha aggiunto il docente del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente.

«L’ingegneria idraulica oggi è fondamentale in diversi campi e lo è di più oggi a causa dei cambiamenti climatici e dei conseguenziali eventi estremi che purtroppo hanno colpito Catania diverse volte e proprio un anno fa con ingenti danni a persone e a cose. E senza andare troppo lontano nel tempo, basti ricordare i fatti di pochi giorni fa ad Ischia» ha detto il rettore Francesco Priolo in apertura dei lavori organizzata dai dipartimenti di Ingegneria civile e architettura e di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente insieme con la Sezione Sicilia orientale dell’Associazione Idrotecnica Italiana ETS e con il Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria.

«Oggi abbiamo importanti conoscenze scientifiche a disposizione, ma occorre una migliore gestione delle risorse per fronteggiare questi eventi calamitosi e soprattutto occorre investire sulla sostenibilità ambientale dei nostri territori» ha aggiunto il rettore.
In quest’ottica il vicepresidente della Regione Siciliana e neoassessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha evidenziato «l’importanza della collaborazione tra le istituzioni e gli atenei siciliani al fine di realizzare quelle riforme e quegli interventi strutturali necessari per la prevenzione e sviluppo del nostro territorio tramite gli studi geologici, ingegneristici e idraulici». «Interventi indispensabili anche per il settore agricolo della nostra Sicilia soprattutto in una situazione economica e competitiva come quella di oggi» ha aggiunto.
A seguire i docenti Mario D’Amico e Rosaria Musumeci, in rappresentanza dei dipartimenti di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente e di Ingegneria civile e architettura dell’ateneo catanese, hanno ricordato i due “maestri” ai quali si deve «la nascita tra gli anni ’50 e ’80 delle allora facoltà di Agraria e Ingegneria, due scuole fondamentali per numerosi docenti e professionisti dei settori di ingegneria idraulica “studiati” con un approccio sistemico e multidisciplinare».

Per Elvira Restivo, presidente della Consulta degli Ordini degli ingegneri della Sicilia, «l’ingegneria idraulica, nonostante si tratti di un nuovo approccio metodologico, riveste sempre più una particolare importanza per l’urbanizzazione del futuro in Sicilia”.
Un tema ripreso anche da Mauro Scaccianoce, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania, che ha evidenziato «la necessità di un ripensamento delle nostre città con una maggiore attenzione e sensibilità verso la tematica del dissesto idrogeologico che richiede, per la città di Catania, non solo la realizzazione del canale di gronda, ma una serie di interventi mirati per migliorare il deflusso delle acque».

Salvatore Alessi e Giuseppe Giordano, rispettivamente presidenti dell’Associazione Idrotecnica Italiana – sezione Sicilia orientale e dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, hanno ribadito «l’importanza dell’ingegneria idraulica per una migliore gestione del territorio», mentre Enrico Catania, presidente dell’Ordine dei Dottori agronomi di Catania, ha spostato l’attenzione sulla «scarsa o assente manutenzione delle opere idrauliche in campagna». «I mancati interventi alle strutture idrauliche nelle campagne comporta ingenti danni a tutto il territorio eppure abbiamo ormai ampie conoscenze in questi campi ma, probabilmente per mancanza di risorse, non vengono sfruttate adeguatamente» ha aggiunto.

Per Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di Bacino del Distretto idrografico della Sicilia, «il consumo del suolo disordinato non ha più reso permeabili i nostri territori». Occorrono regole e norme per trasformare il suolo e soprattutto importanti azioni di educazione ambientale per salvaguardare il nostro territorio» ha precisato.
Nel corso della giornata, dopo il ricordo dei docenti Guggino e Indelicati a cura del prof. Giuseppe Rossi e anche di Giuseppe Provenzano dell’Università di Palermo recentemente scomparso tragicamente in Egitto, sono stati conferiti il premio “Gestione dei sistemi idrici” all’ing. Giuseppe Fiscella per la tesi dal titolo “Monitoraggio della rete idrica turnata del comune di Mirabella Imbaccari (CT) e modellazione preliminare della rete in EPA-SWIMM” e il premio “Gestione delle acque in agricoltura” al dott. Pietro Amore per la tesi dal titolo “Valutazione dell’efficienza di sistemi naturali per il trattamento delle acque reflue agroindustriali”.

I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda con gli interventi del prof. Alberto Campisano, dell’ing. Salvatore Alecci, del prof. Giuseppe Cirelli, dell’ing. Fabio Finocchiaro, del geol. Giuseppe Filetti e del prof. Giuseppe Rossi.