La Sicilia, destinata a diventare hub energetico del Mediterraneo per gli ingenti flussi che arriveranno dal Nord-Africa a beneficio dell’autosufficienza energetica del Paese e del Nord Europa, ha le potenzialità per sfruttare a proprio vantaggio questa opportunità, attraendo investimenti per creare sei filiere produttive attorno allo sviluppo di rinnovabili e Comunità energetiche rinnovabili, idrogeno, mobilità elettrica, ricerca sul nucleare, semiconduttori e Gnl nei porti, all’interno delle previsioni dei Piani nazionali e regionali e utilizzando i nuovi e maggiori vantaggi offerti dalla Zes unica del Sud.
Inoltre, ha a disposizione i fondi del “Pnrr” destinati al miglioramento della gestione dei rifiuti e della depurazione. Il quotidiano La Sicilia, da sempre attento ai temi della transizione energetica e della sostenibilità ambientale, oggi, in una sede altamente simbolica come i Laboratori nazionali del Sud dell’Istituto di fisica nucleare di Catania, su queste ipotesi progettuali ha messo a confronto i rappresentanti dei governi nazionale e regionale, delle istituzioni, del mondo scientifico, delle imprese e dei sindacati, offrendo al dibattito gli scenari di sviluppo industriale e occupazionale aperti dai progetti di ricerca in corso, come quello del Cnr per trasformare gli scarti di agricoltura in idrogeno verde, la piattaforma di Unioncamere Sicilia per le Comunità energetiche rinnovabili, l’inverter di STMicroelectronics in carburo di silicio che aumenta le prestazioni delle batterie delle e-car, le applicazioni sulla salute delle ricerche dell’Ifn sul nucleare, i bandi sull’agrivoltaico e agrisolare, e tanti altri ancora. Senza tralasciare la proposta dell’istituzione di un Istituto regionale per l’energia solare.
”Il contributo che può dare, e che sta dando, la Sicilia alla transizione energetica è importante ed imponente non soltanto per l’Isola ed i suoi abitanti ma quanto per il Sud Italia, la nazione e l’Europa. Lo testimoniano anche gli investimenti che sono presenti in Sicilia e su cui come governo regionale abbiamo voluto puntare semplificando e snellendo gli iter burocratici e anche gli investimenti connessi a questo fabbisogno di energia e all’offerta di energia che arriverà proprio dalla Sicilia”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Siciliana Elena Pagana “Penso – ha aggiunto Pagana – al cavidotto che collega la Sicilia al Continente africano, penso al ‘Tyrrhenian link’ e al grande lavoro che stiamo facendo anche come dipartimento ambiente proprio per aumentare ed intensificare le misure di conservazione su tutte le aree protette in vista dei grandi investimenti che proprio lì saranno fatti”.
“Il concetto energetico finora partiva dal centro Europa e per noi era basato fortemente sul gas proveniente dalla Russia. A seguito del conflitto ucraino c’è stato un ribaltamento che porta una nuova centralità per l’Italia del Sud, per la Sicilia”.
Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in una video intervista trasmessa a Catania in occasione di un confronto su energie rinnovabili, idrogeno, mobilità elettrica, ricerca sul nucleare, semiconduttori e gas naturale liquefatto nei porti dal titolo “La Sicilia verso il Green”, organizzato dal quotidiano La Sicilia nei Laboratori nazionali del Sud dell’Istituto di fisica nucleare.
“L’impegno che ha preso l’Italia con l’accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura terreste a un grado e mezzo nel 2030 – ha aggiunto il ministro – ci impone un percorso sulle rinnovabili che dev’essere un’opportunità per il Paese e per la Sicilia perché la scelta delle rinnovabili si unifica lavorare sul sole e sul vento e sull’idrogeno perché vogliamo diventare grandi produttori di idrogeno ma anche luogo di transito dell’idrogeno che viene prodotto nel Nord Africa”.
“Per la Sicilia – ha concluso il ministro Pichetto – è una grande opportunità di crescita interna perché significa occupazione, sviluppo e l’Isola può diventare un forziere del Paese. Questa è l’opportunista che diamo alla Sicilia”.