“Mentre le narrazioni raccontano oggi soprattutto un’Italia ‘senza’ (senza cittadini, senza abitanti, senza fedeli, senza lavoratori), vogliamo scorgere, con una lettura sapienziale, cosa c’e’ e cosa occorre risvegliare perche’ ci sia democrazia. Sara’ importante tornare a essere protagonisti della partecipazione”.
Monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale dei cattolici, indica obiettivi e suggerisce modalita’ dell’impegno dei credenti in vista del prossimo grande appuntamento programmato a Trieste tra un anno esatto, dal 3 al 7 luglio 2024, sul tema “Al cuore della democrazia”. Lo fa in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da oggi in edicola.
Posto che “non basta il momento elettorale o il rispetto formale dei diritti delle minoranze per definire una democrazia”, monsignor Renna invita a percorrere “una via cristiana verso di essa, che non mira alla questione del potere e delle decisioni, ma si ferma davanti a una domanda piu’ radicale: che cosa puo’ fare di noi una comunita’ aperta e generativa?”.
“La dottrina sociale piu’ recente della Chiesa piu’ recente”, conclude l’arcivescovo di Catania, quella compiutamente espressa “nell’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco pone la questione in maniera cogente: ‘Il tentativo di far sparire dal linguaggio la categoria di popolo, potrebbe portare a eliminare la parola stessa ‘democrazia” (numero 157)”.
La questione che questo magistero ci pone e’ che l’esperienza di essere popolo non e’ ideologica, ma un’identita’ fatta di legami sociali e culturali, che vanno coltivati e riscoperti, in un processo lento, difficile verso un progetto comune”.