Navi da crociera, Siracusa schiacciata da Catania
L’Autorità del Sistema portuale dei mare di Sicilia orientale (Adsp) ha definito i ruoli delle sue due rade principali, Augusta e Catania. Il primo avrà una fortissima connotazione industriale e commerciale, per via della presenza delle aziende del Petrolchimico, il secondo, invece, una peculiarità prettamente turistica. E’ di questi giorni, la notizia del trasferimento, entro il mese di marzo, di tutti i container da Catania ad Augusta: questo per capire quali sono gli indirizzi dei vertici dell’Autorità portuale, presieduta da Francesco Di Sarcina.
Gli investimenti su Catania
E sulla scorta di questa impronta, sono previsti per il porto etneo, in chiave di diportismo e soprattutto di crocierismo, ingenti investimenti che consentiranno di accrescerne la capacità recettiva.
C’è pure Pozzallo
Nella “pancia” della stessa Autorità c’è anche il porto di Pozzallo, anch’esso con una visione turistica, infatti il piano dell’Adps prevede il suo rilancio ed anche quello delle realtà interne: perché se arriveranno le navi da crociera sarà necessario individuare degli itinerari per i visitatori, per cui Modica e Scicli, avranno delle forti possibilità.
Siracusa senza un vero porto e l’addio di Msc
In tutto questo, Siracusa rischia di rimanere dentro una “tenaglia”, del resto il porto, che attualmente può ospitare un numero limitato di navi da crociera, non è granché attrezzato. Basti pensare che per le procedure legate alle attività di imbarco e sbarco, il Comune di Siracusa ha messo a disposizione un proprio locale, l’Urban center di via Bixio. E cosa più importante, l’estate scorsa, la Msc ha annunciato che nel 2024 non farà tappa a Siracusa e nel suo comunicato di commiato sono indicate le criticità del porto, per cui sarebbero necessari degli investimenti.
L’apertura dell’amministrazione
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale di Siracusa, prima con il vicesindaco, Edy Bandiera, poi con il primo cittadino, Francesco Italia, ha aperto all’ipotesi di legarsi all’Autorità portuale della Sicilia orientale. L’ex assessore regionale alla Pesca ed all’Agricoltura ha anche fornito dei numeri, cioè che il gettito delle tasse di ancoraggio e portuali dello scalo della Baia di Santa Panagia, che ospita le navi al servizio della zona industriale, e del Porto Grande, finiscono nei forzieri della Regione siciliana. L’ingresso nell’Adsp consentirebbe, nella visione di Bandiera, di far restare in questo contesto gli incassi.
“Ma con che ruolo?” si chiede Confcommercio Siracusa
Confcommercio Siracusa, che ha una sezione dedicata alle Attività portuali, il cui referente è Francesco Diana, sposa la proposta del Comune di Siracusa ma, al tempo stesso, sostiene che, senza un ruolo chiaro dentro l’Adsp, sarebbe quasi tempo sprecato.
“Risulta necessario – spiegano dalla Confcommercio Siracusa – introdurre almeno un rappresentante permanente del Comune di Siracusa, in seno al comitato di gestione, poiché, con l’attuale normativa, il membro designato dal Comune aretuseo sarebbe solo competente per il porto di Siracusa e non avrebbe diritto di voto sulle scelte generali di tutto il sistema portuale. Dunque, il porto di Siracusa se entrasse oggi nella giurisdizione dell’Adps farebbe parte di un sistema ma rimarrebbe escluso dalle scelte strategiche del sistema stesso”.
Confcommercio pone un altro tema, “la mancanza di un rappresentante delle Camere di Commercio in seno al comitato di Gestione dell’Adsp: un altro grande vulnus che nega all’imprenditoria locale la possibilità di incidere nelle scelte strategiche delle infrastrutture portuali”.
L’appello alla classe politica
Confcommercio lancia un appello a “tutte le forze politiche avviino un dialogo con il Ministero dei Trasporti per ottenere queste due modifiche, conditio fondamentale per far entrare a pieno titolo il Porto di Siracusa all’interno delle ADSP del Mare di Sicilia Orientale”.