Il Parco dell’Etna, tra i più prestigiosi siti Unesco al mondo, vive un momento di stallo amministrativo causato dall’assenza di una direzione generale. Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, insieme ai sindaci dei comuni etnei, ha espresso preoccupazione per la situazione, segnalando i gravi ritardi nell’ordinaria amministrazione e il rischio di perdere finanziamenti essenziali per la comunità.
La mancata nomina di una guida stabile ha già portato a disfunzioni amministrative: i termini procedimentali non sono rispettati, i pareri tecnici restano in sospeso, e anche la stagione sciistica si trova a rischio per l’assenza di una regia all’Ente Parco.
A marzo 2024, il Consiglio di amministrazione aveva nominato l’architetto Giovanni Laudani come direttore reggente a titolo gratuito. Tuttavia, il 22 ottobre, il dipartimento Ambiente della Regione Siciliana ha invalidato la nomina, generando un clima di tensione. Antonino Lo Dico, commissario straordinario dimissionario dell’ente, ha difeso la scelta, pur lasciando in sospeso la gestione.
Barbagallo denuncia questo “corto circuito amministrativo”, frutto di una gestione regionale inadeguata. “È una guerra di carte bollate che penalizza gravemente il Parco, privandolo di stabilità e di risorse. Dopo oltre 40 anni dalla sua istituzione, il Parco si è ridotto a un semplice stipendificio, privo dello slancio originario,” dichiara il segretario.
Il Partito Democratico propone di elevare il Parco dell’Etna a parco nazionale, attribuendogli la valorizzazione e il sostegno necessari, inclusi fondi e personale qualificato. “L’Etna merita una gestione all’altezza della sua unicità e risorse adeguate per garantire la sua piena fruizione,” conclude Barbagallo.