Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato per discriminazione nei confronti del personale precario. Due sentenze storiche, emesse dalla Sezione Lavoro del Tribunale Ordinario di Catania il 17 maggio scorso, che secondo il sindacato della scuola “rappresentano una dura critica all’operato del Ministero e una vittoria significativa per gli insegnanti precari”.
Le sentenze affermano che l’indennità della carta elettronica, un fondo di 500 euro annui destinato all’aggiornamento e alla formazione del personale della scuola, deve essere estesa anche ai docenti precari. Fino ad oggi, questa indennità era riservata esclusivamente ai docenti di ruolo, creando una palese disparità di trattamento. “Il Ministero dell’Istruzione, nonostante le dichiarazioni di integrazione del Ministro Valditara, ha continuato a discriminare il personale precario, violando le norme europee”, afferma Giorgio La Placa, Coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti di Catania. “Le sentenze del Tribunale di Catania ribadiscono che il lavoro svolto dai docenti a tempo determinato è paragonabile a quello dei colleghi di ruolo, ad eccezione della temporaneità dell’incarico, che non giustifica una simile discriminazione”.
“Le decisioni del tribunale ordinario fanno luce sulla questione e mettono il Ministero alle strette. Se il Ministero non porrà rimedio a tale ingiustizia, la Gilda degli Insegnanti ricorrerà nuovamente agli organi giurisdizionali competenti” si legge nella nota.”Inoltre, chiediamo che anche le ferie vengano equiparate tra precari e insegnanti di ruolo nelle trattative sul Ccnl” – ribadisce La Placa -. La giurisprudenza consolidata dimostra che il Ministero è stato condannato ripetutamente per questa ingiusta discriminazione nel corso degli anni”. “Queste sentenze rappresentano un importante passo avanti nell’affermare l’uguaglianza e il riconoscimento dei diritti di tutti i docenti. La Gilda degli Insegnanti continuerà a battersi senza tregua per porre fine alle discriminazioni e garantire un trattamento equo per tutti gli insegnanti, indipendentemente dal tipo di contratto” conclude il sindacato.