Sono in tutto, quattro anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno all’associazione mafiosa e assoluzione dal tentativo di estorsione. E’ la sentenza di secondo grado per l’ex deputato regionale nonche’ ex sindaco di Aci Catena Raffaele ‘Pippo’ Nicotra, agli arresti domiciliari. In primo grado il Gup gli aveva inflitto sette anni e quattro mesi di reclusione per entrambi i reati, assolvendolo dalla corruzione elettorale come chiesto allora anche dalla Procura.
La Corte d’appello ha interdetto Nicotra per cinque anni dai pubblici uffici, revocando l’interdizione perpetua, quella legale e quella dall’esercizio della responsabilita’ genitoriale oltre alle statuizioni civili disposte per lui in primo grado. Pippo Nicotra, 66 anni, era stato arrestato il 10 ottobre 2018 dai carabinieri nell’ambito dell’operazione ‘Aquilia’ e poi ammesso ai domiciliari. Secondo l’accusa avrebbe pagato 50mila euro per avere l’appoggio del clan Sciuto, legato alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano, alle elezioni per le Regionali in Sicilia del 2008 e 50 euro a voto per la competizione successiva, nel 2012, all’Ars. Grazie al suo ruolo di imprenditore titolare di numerosi supermercati, avrebbe favorito economicamente il clan si e’ sempre proclamato innocente.
La Corte d’Appello ha anche rideterminato nove delle 21 condanne del processo “Aquilia” a persone accusate di fare parte o di essere vicini a un gruppo collegato alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. Una pena e’ stata inoltre concordata tra le parti. La sentenza di primo grado era stata emessa, col rito abbreviato, l’8 maggio del 2020, dal Gup Anna Maria Cristaldi.