Realismo europeo e extraeuropeo, le interazioni e il confronto tra i grandi autori
«Evidenziare le corrispondenze tematiche e stilistiche tra i vari autori del Realismo, indipendentemente dal fatto che si conoscessero o meno rappresenta un aspetto molto importante per la letteratura. Non si tratta di fare parallelismi stilistici tra Giovanni Verga e gli altri autori, in particolar modo francesi come Emile Zola e Gustave Flaubert, ma profili caratterizzanti dei singoli autori per verificare se vi siano similitudini tra le strategie stilistiche tipici del Realismo presenti nei protagonisti di estrazione popolare contadina, nelle realtà societarie e negli ambienti descritti nelle varie opere. Questo confronto tra i vari autori ci aiuterà a far risaltare le coincidenze e le differenze tra le varie forme e modalità del Realismo».
Con queste parole la prof.ssa Gabriella Alfieri, presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga e membro del Comitato per le celebrazioni del Centenario della morte di Giovanni Verga, ha aperto i lavori del congresso internazionale “Verga nel realismo europeo ed extraeuropeo”.
«In questo convegno saranno analizzati il realismo verghiano e quello riscontrabile nelle letterature francese, belga, tedesca, austriaca, ungherese, estone, finlandese, russa, portoghese, brasiliana, nordamericana» ha aggiunto la docente nel corso del suo intervento in apertura dei lavori in programma da ieri a mercoledì 7 dicembre nell’aula magna Santo Mazzarino” del Monastero dei Benedettini.
«Occorre far emergere, per la prima volta a partire da Giovanni Verga, le coincidenze e le differenze tra i vari modi di declinare il realismo nelle diverse culture – ha spiegato la prof.ssa Alfieri alla presenza del docente Andrea Manganaro, presidente dell’Associazione degli Italianisti-Sezione Didattica -. L’interpretazione di uno scrittore di prospettiva europea come Giovanni Verga, infatti, deve tenere conto dell’interazione e del confronto con le istanze espresse anche dagli altri grandi autori del realismo, e non solo in Europa».
Ai lavori – organizzati in collaborazione con il Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania e dalla Fondazione Verga – interverranno 25 relatori (tra i quali il prof. Attilio Scuderi dell’ateneo catanese) provenienti da 14 università europee ed extraeuropee e da otto università italiane che tratteranno il realismo verghiano e quello riscontrabile nelle letterature francese, belga, tedesca, austriaca, ungherese, estone, finlandese, russa, portoghese, brasiliana, nordamericana.
«La presenza di numerosi studiosi stranieri a questa iniziativa, una delle tante organizzate con il contributo del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo catanese per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giovanni Verga, ci fa capire l’importanza dell’autore siciliano in Italia e all’estero» ha spiegato la prof.ssa Marina Paino, direttrice del Disum dell’Università di Catania.
La prorettrice Francesca Longo, invece, ha evidenziato «l’importanza dell’applicazione del metodo comparativo anche in letteratura che si rivelerà fruttuoso e produttivo aprendo anche nuove prospettive». «Verga è un autore che ha inciso e incide sulla nostra cultura e sulla nostra storia, catanese e siciliana, ma direi anche in Italia visto che ormai è letto e studiato in numerosi Paesi, e la sinergia tra le istituzioni è fondamentale, in questo contesto, per promuoverne le opere e al tempo stesso la Sicilia» ha concluso la prof.ssa Longo.
Un tema, quest’ultimo, ripreso anche dalla dott.ssa Daniela Segreto, capo di gabinetto dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che ha evidenziato «l’impegno della Regione nella promozione del patrimonio architettonico-culturale siciliano tramite lo sviluppo sostenibile della fruizione del pubblico basato sui dettami di Agenda 2030». «Il Verga è un autore internazionale che deve essere reinterpretato e spetta a noi siciliani valorizzarlo maggiormente nelle scuole» ha aggiunto.
Sempre sulla sinergia tra le istituzioni è intervenuta la dott.ssa Irene Donatella Aprile, dirigente della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, che ha sottolineato «come Verga sia riuscito ad accomunare diversi enti e i suoi luoghi, da Aci Castello a Vizzini passando per Catania, in occasione delle celebrazioni grazie ai suoi testi letterari e teatrali, studi e opere liriche». «Adesso occorre mettere a frutto queste iniziative che ci hanno permesso di conoscere meglio il Verga e la sua internazionalità con una maggiore presenza nelle scuole italiane e all’estero». E proprio sul rapporto tra Verga e le scuole è intervenuto il dott. Giuseppe D’Urso, dirigente del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci che comprende anche la Casa Museo Verga di Catania. «La casa del Verga, un piccolo “scrigno” con i cimeli personali e di famiglia, ogni anno è visitata da migliaia di studenti e visitatori, anche stranieri, ma necessita di nuovi interventi di recupero per migliorarla e valorizzarla» ha spiegato.