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Rinviate ancora le elezioni provinciali in Sicilia

Il rinvio delle elezioni provinciali in Sicilia, confermato dall’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) con un emendamento approvato martedì sera, continua a sollevare polemiche. Nonostante la riforma del 2013 che ha abolito le Province, trasformandole in Liberi Consorzi, i commissari straordinari, al posto di amministratori eletti, sono rimasti in carica, mantenendo una gestione straordinaria senza termine. E con ogni rinvio aumentano i disservizi e i costi a carico della collettività, specialmente in due settori fondamentali: la manutenzione delle strade provinciali e la sicurezza degli edifici scolastici superiori.

Le condizioni delle strade provinciali, che si estendono per circa 15.000 chilometri in tutta l’isola, continuano a peggiorare. Ad ogni pioggia, le arterie si allagano, presentando buche, cedimenti e condizioni pericolose sia per gli automobilisti che per i mezzi pubblici. Sul fronte scolastico, molti istituti superiori sono in condizioni fatiscenti, con interventi di manutenzione sempre rimandati per la mancanza di fondi e di una governance stabile. Secondo il presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, è urgente che il governo regionale trovi le risorse necessarie per garantire la sicurezza e l’integrità di questi servizi essenziali. “La manutenzione di strade e scuole è un’emergenza su cui non si può più attendere,” ha dichiarato Amenta.

Intanto, i commissari straordinari continuano a ricevere regolarmente gli stipendi, nonostante la loro gestione temporanea si sia trasformata in una sorta di amministrazione a lungo termine. Anche se i nuovi decreti potrebbero portare a qualche cambio di vertice, i costi legati a queste posizioni continuano a gravare sui bilanci pubblici.

La decisione di rinviare nuovamente le elezioni ha scatenato l’indignazione delle opposizioni. Martedì sera, durante la seduta all’ARS, i deputati contrari alla misura hanno esposto cartelli con la scritta “Vergogna” per denunciare quello che considerano un abuso della gestione commissariale, ormai svuotata di qualsiasi logica di temporaneità.

Il clima è ulteriormente teso dalle divergenze interne alla maggioranza stessa. Fratelli d’Italia, ad esempio, ha espresso perplessità sul reddito di povertà proposto dal presidente della Regione Renato Schifani. Pur condividendo l’intenzione di contrastare la povertà, il capogruppo Giorgio Assenza ha ribadito la necessità di misure compatibili con le politiche nazionali e orientate a promuovere l’occupazione.

La situazione resta quindi bloccata, con la proroga delle elezioni fino ad aprile 2025 e nessuna certezza su quando e se la Sicilia tornerà a un sistema di rappresentanza diretta nelle ex Province.

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Redazione