“Da tempo mi sono imposto di non entrare nelle polemiche, soprattutto se coinvolgono la politica regionale. Ma leggere su alcuni giornali che c’è bisogno dell’intervento dell’autorità giudiziaria per ricostruire fatti, pienamente legittimi, di cui si è già ampiamente dibattuto in sede politica e persino in commissione antimafia… mi pare troppo”.
Così su Facebook l’ex assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, alla luce delle dichiarazioni di Gianfranco Miccichè che invocava, dopo lo scontro con Marco Falcone alla Festa del Tricolore a Catania, delle indagini sugli incarichi fatti dal precedente governo regionale, targato Nello Musumeci.
“Chi oggi parla di spartizioni, quando sedeva al governo della Regione, ha indicato i direttori generali delle Asp senza nessun criterio di merito. Noi, al contrario, abbiamo rispettato tutte le indicazioni del decreto Lorenzin e siamo andati ben oltre. Senza mai cedere a logiche di bottega”, sottolinea Razza, che spiega: “Alcuni giornali siciliani si sono impegnati nella ricostruzione delle scelte che furono fatte dal governo della Regione nella passata legislatura, tra queste le nomine dei direttori generali della sanità”.
Ricordo a tutti – dice Razza – che nella scorsa legislatura è entrato in vigore il decreto Lorenzin, che prevedeva una selezione dei candidati solo se quest’ultimi fossero stati ammessi all’elenco nazionale nei direttore generali. Una selezione con una commissione esterna composta da tre persone, che ha effettuato dei colloqui, e che secondo i criteri della Regione ha poi inserito i candidati idonei in rose di nomi divise per le grandi aziende sanitarie provinciali, per quelle di medi dimensioni, per i Policlinici universitari e così via”.