Secondo l’accusa, avrebbe offerto dei soldi a un funzionario della Prefettura di Catania per fare ottenere il nulla osta alla pratica di un extracomunitario che era stata rigettata dallo Sportello unico immigrazione nel gennaio scorso.
E’ l’accusa contestata dalla Procura a una collaboratrice di uno studio legale che è indagata per istigazione alla corruzione. Alla donna, sessantenne, la squadra mobile della Questura ha notificato un’ordinanza del gip che ha disposto per lei la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. L’offerta di denaro, ricostruisce la Procura di Catania, “sarebbe stata correlata alla richiesta di rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare a un extracomunitario che non aveva diritto a ottenerlo”.
Dalle indagini è emerso che l’indagata avrebbe “mostrato al funzionario un incarto con dentro delle banconote il cui ammontare non veniva specificato dall’indagata (ma la prima era del valore di 50 euro) che venivano presentati come ‘un pensiero'” per lui e, successivamente, “in seguito della reazione di quest’ultimo e del dirigente dello stesso, come una modalità per offrire un caffè o una granita per i funzionari dell’ufficio”.