Un gruppo criminale che avrebbe illecitamente commercializzato bevande nel territorio nazionale in evasione dell’Iva è stato smantellato dalla Guardia di finanza di Catania. L’operazione, ‘Ultimo Brindisi’ e coordinata dalla Procura europea di Palermo, ha portato all’arresto di 10 persone (6 in carcere e 4 ai domiciliari), accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla evasione e frode fiscale e a condotte plurime di bancarotta.
Per 17 indagati è scattato, invece, il divieto di esercitare l’attività d’impresa, nonché il ruolo di rivestire uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno.
Il gip di Catania ha disposto anche il sequestro preventivo, nella forma diretta, di somme di denaro nella titolarità di 17 società di capitali e di 25 indagati e, in via sussidiaria, delle disponibilità finanziarie e patrimoniali (beni immobili e mobili) di questi ultimi fino a concorrenza del valore complessivo di oltre 30 milioni. L’ordinanza è stata eseguita da finanzieri nelle province di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano.
Secondo l’accusa, a Capo dell’associazione per delinquere ci sarebbe un incensurato, classe 1983, figlio di esponente del clan mafioso “Santapaola”, attualmente ristretto al regime detentivo ex art. “41 bis” presso il carcere di Sulmona.
Le indagini, durate circa due anni, sono state eseguite attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, richieste di mutua assistenza e cooperazione amministrativa, indagini finanziarie e patrimoniali nei confronti di imprese in fallimento. Le stesse hanno consentito di appurare che il gruppo criminale – con base operativa e decisionale presso un deposito di Belpasso – avvalendosi della professionalità dei suoi sodali (imprenditori e professionisti) ha realizzato, negli anni, un volume d’affari superiore a cento milioni di euro, frodando il Fisco per oltre 30 milioni di euro.
L’indagine ha permesso di individuare un’organizzazione strutturata su scala piramidale che, celandosi dietro cd teste di legno, gestiva, di fatto, imprese cartiere (missing trader) e interposte (buffer), attraverso cui hanno realizzato l’imponente evasione dell’IVA.
Le c.d. cartiere servivano a utilizzare e ad emettere fatture per operazioni inesistenti nella commercializzazione di bevande che, grazie all’evasione d’imposta, potevano essere vendute a prezzi altamente concorrenziali.
Tra i meccanismi di frode vi era l’acquisto senza I.V.A. di merci falsamente destinate all’estero, oppure il mancato versamento in Italia dell’imposta sugli acquisti provenienti dalla Repubblica di San Marino, ove il sodalizio operava con un’azienda a loro riconducibile.
L’attività di polizia riflette la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza nella tutela degli interessi economico-finanziari dell’UE e dei bilanci nazionali nonché del corretto funzionamento dell’economia legale, al fine di contrastare distorsioni del lecito mercato a garanzia della libera concorrenza e dei consumatori.
Si precisa che nei confronti delle persone coinvolte vige la presunzione di non colpevolezza e le ipotesi accusatorie dovranno essere verificate in sede processuale.