Un nuovo Piano Urbanistico che tenga conto degli interessi collettivi e che avvii un percorso di rigenerazione per la città di Catania. Questa la sintesi emersa nell’ultimo Forum promosso dal Comune di Catania per la redazione del Pug, che per diverse settimane ha visto protagonisti gli Ordini professionali, l’Università etnea e le associazioni del territorio.
«I molti contributi ricevuti saranno centrali ad alimentare lo scenario e le strategie che le azioni urbanistiche dovranno tradurre in forma spaziale sin dalla prossima redazione del Documento preliminare. Un’ulteriore fase della faticosa formazione del nostro Piano Urbanistico Generale, il PUG, come è definito dalla nuova legge sul Governo del Territorio in Sicilia – ha dichiarato in apertura dell’incontro il sindaco di Catania Salvo Pogliese – Ci conforta che la nuova legge, mutando la procedura di approvazione del Piano, ne potrà accelerare di molto i tempi, recuperando il tempo perduto dopo lo stop all’iter già avanzato, portato avanti con il consiglio comunale. Gli Uffici sono al lavoro. Alcuni brillanti giovani sono già operativi e l’arrivo di altri nuovi tecnici a breve apporterà indispensabile linfa nuova per accelerarne le attività, con la guida del Direttore Ing. Bisignani e la supervisione del professore Paolo La Greca. Stiamo elaborando in parallelo – ha proseguito il sindaco – il Piano Strategico per la Città Metropolitana di Catania, che è stato affidato, con una procedura di gara, a “European House – Ambrosetti”, che si avvale anche di qualificati professionisti locali per la sua elaborazione. Queste intense giornate di confronto e di ascolto hanno confermato alcune linee urgenti strategiche che il nostro PUG deve perseguire: avviare le indifferibili politiche di rigenerazione urbana e di adeguamento sismico; compiere le scelte necessarie sul sistema infrastrutturale e dei trasporti per relazionare le previsioni del passante ferroviario e liberare il fronte mare dalla insostenibile cintura ferroviaria, con la riqualificazione sostenibile delle aree costiere; razionalizzazione dei servizi eco-sistemici, a partire dalla ridefinizione e potenziamento del sistema del verde che deve evolvere in una vera infrastruttura. Il Piano, in sostanza, deve accompagnare il percorso di riordino e di rigenerazione della città: un cammino con il coraggio di scegliere e perseguire uscendo dalle secche di discussioni sterili. I confronti, le esperienze avviate, gli esiti di queste consultazioni ci confermano che la visione posta fin dall’inizio del nostro mandato, a fondamento delle scelte urbanistiche per Catania, si radica sempre di più. Lavoriamo perché Catania diventi una città migliore, da lasciare in eredità ai nostri figli».
A chiudere i lavori dei sei “forum di consultazione per la formazione del Pug” Ance Catania, che con un titolo esplicativo: “Verso una rigenerazione urbana partecipata”, ha puntato i riflettori sulle dinamiche della partecipazione pubblica e sul concetto di “rigenerazione”, «imprescindibili in ambito di progettazione e pianificazione. Due aspetti – ha commentato il presidente Rosario Fresta – su cui lavoriamo da anni, ma che per essere efficaci necessitano di norme e regole certe».
Affinché dalle parole si passi ai fatti e le idee si trasformino in azioni, sono due i passaggi principali segnati dal vicepresidente di ANCE Catania Salvatore Messina: «Individuare le aree oggetto di rigenerazione urbana e rendere partecipata la progettazione di questi spazi. Di concerto crediamo sia fondamentale la costituzione di un Urban Center, luogo di ascolto e confronto tra le realtà che vogliono cambiare volto alla città». «In un centro urbano come Catania – decima in Italia per numero di abitanti – sarebbe grave non prendersi cura degli spazi fisici e di chi li abita. Un processo possibile – ha aggiunto – solo con un’attenta analisi, attraverso il confronto tra chi ha una conoscenza esperta del territorio e gli stakeholder locali». Quali, quindi, le attuali necessità di Catania? A rispondere è lo stesso Messina: «Adeguamento sismico, infrastrutture, verde e riduzione del consumo di suolo, in una parola: rigenerazione urbana. Da non confondere con la riqualificazione degli immobili. Sarebbe un grave errore ridurre tutto a una mera opportunità edilizia. Consenso attorno all’intervento su scala urbana e tempo per la sua realizzazione sono fattori fondamentali per tutti i componenti della comunità. Più il consenso diventa “visione comune” maggiore è la possibilità di realizzazione. La rigenerazione urbana – conclude Messina – rappresenta un pubblico interesse in quanto vi rientra tutto quanto è necessario a garantire la sicurezza e salute dei cittadini, lo sviluppo sostenibile, l’eliminazione e la prevenzione del degrado sociale ed ambientale».
Importanza della partecipazione che si evince guardando ad altre realtà, di cui ha portato testimonianza, invitato da ANCE Catania, l’architetto Andrea Mariotto, esperto in partecipazione e comunicazione pubblica, dottore di ricerca dell’Università Iuav di Venezia che ha illustrato i percorsi che caratterizzano il processo di consultazione pubblica, strumento di ascolto e di mediazione dei conflitti. Ha inoltre sottolineato l’importanza, nella rigenerazione urbana, dell’individuazione di aree, temi, tempi, soggetti coinvolti e risorse. Non meno importanti le relazioni tra le diverse istituzioni. «La partecipazione – ha dichiarato – è fondamentale; strumento efficace che risponde a un’ampia gamma di bisogni. Occorre avere chiari quindi gli obiettivi ed i limiti del dibattito».
Ha chiuso l’incontro l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino che, richiamando il tema della composizione dei conflitti nel confronto pubblico, ha sottolineato come spesso le decisioni devono essere assunte in tempi brevi, oggi ancor di più alla luce del PNRR e delle scadenze imposte, che riducono lo spazio del confronto, e comunque l’assunzione delle responsabilità degli amministratori nelle scelte. All’incontro – introdotto dal direttore di Ance Catania Ines Petrilla – presente il direttore della Direzione Urbanistica Biagio Bisignani.