UNICT: Renna “diffondere il senso della pace edificandola con la cultura”

«Vengo in punta di piedi a Catania, una realtà molto grande. Sono consapevole che la comunità accademica di questo prestigioso e antico ateneo è composta da persone che ogni giorno continuano a fornire formazione e ricerca d’eccellenza, ma dobbiamo dare alla società quelle competenze per edificare il presente e il futuro. Purtroppo oggi assistiamo ad un conflitto che sconvolge numerosi equilibri e la comunità accademica è investita di un ruolo fondamentale, quello di diffondere il “non senso” della guerra e il “senso” della pace. In questo momento storico le università non devono solo limitarsi alle marce della pace, ma devono contribuire all’educazione e alla edificazione della pace tramite la cultura della legalità, la cultura politica democratica ed una visione economica basata sulla distribuzione delle risorse sempre più limitate». È il messaggio che l’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, ha rivolto ai numerosi docenti, ricercatori, studenti e tecnici-amministrativi dell’Università di Catania che stamattina hanno partecipato alla tradizionale messa di Pasqua.

Un “primo” incontro con la comunità accademica etnea, nella splendida cornice della Basilica Collegiata, in cui monsignor Renna ha evidenziato la necessità di «un confronto continuo con tutti» per «educare ognuno di noi alla pace, il dono più grande del mistero pasquale, perché tutti noi abbiamo a cuore la pace».
«La negoziazione e il disarmo sono le strade da seguire per spegnere tutti i conflitti in essere nel mondo» ha detto ricordando il messaggio di Giovanni Paolo II all’Onu nel lontano 1982.

«La pace nella fede è uno stile di vita, in una comunità accademica è motivo di ricerca in diversi ambiti come quelli del diritto, della sociologia e della psicologia» ha aggiunto riprendendo alcuni passi tratti dal “Lamento della pace” del teologo, filosofo e saggista olandese Erasmo da Rotterdam.
Un appello che è stato immediatamente accolto dal rettore Francesco Priolo nel corso del suo intervento a conclusione della messa presieduta da monsignor Renna, concelebrata da don Carmelo Asero e don Antonino Sapuppo e animata dalla Cappella Musicale della Pontificia Collegiata di Catania.

«L’ateneo catanese, fondato nel 1434, è di fatto una città nella città, con i suoi 40 mila studenti, 1250 docenti e 1100 tecnici-amministrativi – ha detto il rettore Francesco Priolo alla presenza, tra gli altri, della prorettrice Francesca Longo e del direttore generale Giovanni La Via -. Migliaia di persone che lavorano e studiano quotidianamente nell’ateneo per assicurare una formazione di qualità ai nostri giovani e per perseguire la missione della ricerca scientifica, trasferendo poi il progresso delle conoscenze al territorio».
«E a questo territorio l’ateneo continua costantemente a dare risposte guardando soprattutto ai più deboli, ai diversamente abili e ai detenuti grazie ad una serie di interventi e collaborazioni con diversi enti – ha aggiunto il rettore -. Mi piace ricordare, a tal fine, il protocollo “Liberi di scegliere” siglato con diversi enti tra cui la Prefettura e le diocesi etnee per prevenire la devianza giovanile e favorire l’inclusione sociale, culturale, scolastica e lavorativa dei minorenni e giovani adulti degli ambienti degradati della città metropolitana».
E in merito al conflitto in Ucraina ha sottolineato diverse iniziative. «Abbiamo dato disponibilità ad accogliere studenti, docenti e ricercatori provenienti dall’Ucraina e organizzato numerosi seminari per analizzare e comprendere meglio la crisi russo-ucraina – ha spiegato il rettore -. Il nostro ateneo è sempre più inclusivo e solidale, presente nel territorio in cui è inserito, attento alle esigenze della città e ai bisogni straordinari e pressanti che derivano da particolari emergenze sanitarie, economiche o da crisi geopolitiche come quelle che stiamo vivendo. Penso all’adesione al progetto Unicore rivolto ai rifugiati del Camerun, Niger e Nigeria o alla concessione di nostri locali alla Comunità di Sant’Egidio per realizzare un punto di distribuzione di alimenti a persone indigenti e di riferimento per i residenti dei quartieri Civita e San Berillo».
«Stiamo costruendo una cultura della legalità giorno dopo giorno. Desideriamo la pace ovunque vi sia un conflitto nel mondo, ma la pace deve essere costruita dentro di noi e intorno a noi» ha concluso.

In apertura della liturgia don Antonino Sapuppo, direttore dell’Ufficio pastorale universitario, ha ricordato il “cammino” di monsignor Luigi Renna che ha rivestito il ruolo di rettore del Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” di Molfetta, docente nella Facoltà teologica pugliese a pochi passi dall’Università di Bari e di presidente dell’Istituto pastorale pugliese sottolineandone il ruolo di “maestro” per migliaia di giovani. «Ha formato le coscienze di numerosi studenti invitandoli a lavorare con amore e passione per la ricerca della verità e del sapere – ha spiegato don Antonino Sapuppo -. Il suo bagaglio sarà una ricchezza per il nostro ateneo continuando quella proficua collaborazione tra Ufficio pastorale e comunità accademica e quel dialogo consolidato nel tempo con gli studenti universitari».

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Redazione