Celebrazione e Riflessione: l’898° anniversario della traslazione di Sant’Agata

La città di Catania si è svegliata ieri mattina con un’atmosfera di fervore e devozione. La Cattedrale, cuore pulsante della fede cittadina, ha accolto una moltitudine di fedeli, tra cittadini e turisti, venuti a rendere omaggio a Sant’Agata nel giorno dell’898° anniversario della traslazione dei suoi resti mortali da Costantinopoli. Nonostante le temperature elevate, la comunità ha dimostrato una calma e compostezza esemplari.

Già dalle prime ore del mattino, le procedure per l’apertura della “cammaredda”, che custodisce il prezioso Busto e altri reliquiari, hanno segnato l’inizio delle celebrazioni. Il volto amato della Patrona ha benedetto la città, mentre i devoti si avvicendavano in un gesto di venerazione e fede.

Il Busto reliquiario, posizionato a destra dell’altare maggiore, è stato il fulcro attorno al quale si sono svolte le messe, le confessioni e le benedizioni, che hanno scandito la giornata fino alle 17. La serata è stata impreziosita da un messaggio sorprendente dell’arcivescovo mons. Luigi Renna, letto dal Vicario generale mons. Branchina, che ha suscitato un lungo applauso tra i presenti.

“Gioisca il mio cuore nella tua salvezza,
e canti al Signore che mi ha beneficato” (Sal 12,6).
Sono parole di gratitudine al Signore quelle che elevo con voi in questo giorno santo, perché
per intercessione di Maria Santissima, della nostra patrona Sant’Agata, del beato cardinale
Dusmet, sono ancora in vita dopo l’infarto che mi ha colpito nelle prime ore di domenica 11
agosto.
Il Signore mi dona ancora vita e tempo per servire questa cara Arcidiocesi di Catania, alla
quale, una volta ristabilito, continuerò a dare cuore, mente, energie, sebbene con prudenza,
per evitare ulteriori problemi di salute.
Vi abbraccio tutti, e sento che in questo momento di prova ho imparato due cose:
1) Dire al Signore “Sia fatta la tua volontà”, con quell’abbandono che Sant’Agata ci
insegna nel suo martirio.
2) Considerare quanto siano preziosi i sentimenti di fede, di pazienza, di speranza di chi
è debole e malato. I malati di ogni tipo sono le persone che più ci insegnano queste
virtù.
Ho affidato i miei sentimenti di gratitudine a tutti – autorità civili e militari, sacerdoti, diaconi
e consacrati, fedeli tutti – attraverso un comunicato che è stato diffuso ieri.
Ora è tempo di attesa, di seminare speranza, di rendersi saldi nella volontà di Dio.
Sant’Agata ci è vicina con la preghiera e l’esempio.
Ricordatevi che ogni festa, ogni atto di devozione a Sant’Agata deve portare frutto di bene
nella nostra vita, per la città e per il mondo. Ha scritto l’Arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna.

L’omelia di mons. Vincenzo Branchina ha toccato temi profondi, riflettendo sulla necessità di una fede radicata nella preghiera e sull’importanza di accogliere il Regno di Dio nella vita quotidiana. Ha sottolineato l’urgenza di ascoltare il grido di chi ha fame e sete di giustizia e di partecipare attivamente alla costruzione di una comunità solidale.

La questione del pane quotidiano è stata affrontata con un richiamo alla condivisione e alla responsabilità collettiva. Inoltre, il Vicario ha evidenziato la crisi idrica che affligge la terra, invitando a una maggiore cura del creato.

La giornata si è conclusa con la processione di Sant’Agata, che ha attraversato la soglia della Cattedrale tra i festeggiamenti dei fedeli, segnando un momento di unità e speranza per la comunità.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 4 febbraio, quando la città si riunirà nuovamente per celebrare la sua patrona e riflettere sui valori che essa incarna.