Cybersecurity, a rischio la sicurezza dei dati veicolati tramite le stampanti

Leggi l'articolo completo

«Hai appena ricevuto quel documento super sensibile, diciamo una busta paga o una cartella clinica, attraverso un protocollo super sicuro per internet. Quindi praticamente “ok”. Lo stampi e ti affretti a mettere la stampa in cassaforte. Ti fidi troppo della tua stampante: hai divulgato il documento!» Il prof. Giampaolo Bella, docente di Informatica dell’Università di Catania, interviene così in un suo post su un servizio web di rete sociale di pochi giorni fa sugli effetti dei nuovi attacchi che ha denominato ‘Printjack’. In sintesi il docente del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’ateneo catanese insieme con il dottorando Pietro Biondi hanno dimostrato nel loro articolo “You Overtrust Your Printer” la necessità di mettere in sicurezza le stampanti al pari di tutti gli altri dispositivi informatici di rete, commentando che «lavorando in cybersecurity, è possibile scoprire vulnerabilità dappertutto!».

«L’idea di questo lavoro è nata dall’osservazione che le stampanti di rete sono normalmente visibili a tutti i dipendenti di un’istituzione ma, talvolta, anche dall’esterno» aggiungono, evidenziando che la loro ricerca, già pubblicata, è stata al centro di un boom mediatico, proprio in questi giorni, sulla stampa internazionale del settore, da Techradar a Heimdalsecurity.

«La “famiglia” di attacchi Printjack denuncia un nuovo rischio di sfruttamento di una stampante per montare attacchi che la rendano inutilizzabile, detti di “negazione del servizio”» spiegano i due autori.

«Gli attacchi possono azzerare le capacità di stampa di un’intera istituzione esaurendone carta e toner, e abbiamo valutato una significativa verosimiglianza che possano accadere a livello Europeo» e, aggiungono i due scienziati, «i Printjack possono rivelare a malintenzionati i dati, possibilmente sensibili, contenuti nei documenti che vengono stampati, una nuova forma di “data breach”».

«Possiamo interpretare queste scoperte come un’ulteriore conseguenza del noto fattore umano in cyberscurity perchè alcune soluzioni agli attacchi Printjack esistono, ma riteniamo che potrebbero essere largamente tralasciate, quantomeno nel nostro continente. Se i Printjack venissero sfruttati da malintenzionati su scala internazionale, la moderna società potrebbe trovarsi a fronteggiare una grave pandemia informatica».

Leggi l'articolo completo
Redazione

Post recenti

  • Cronaca

Bimbo si sette anni si allontana, ritrovato dai carabinieri

A Catania un bambino di 7 anni che si era allontanato dal ristorante dov'era con…

14 ore Fa
  • In Sicilia

Galvagno, “sanzioni per i deputati assenteisti”

"I deputati che si assenteranno in occasione di votazioni sia all'Assemblea Regionale Siciliana che nelle…

19 ore Fa
  • Catania

Fa apprezzamenti ad una donna e aggredisce il fidanzato, 25enne arrestato

Nel corso dei servizi di controllo del territorio, alcuni equipaggi della Squadra Volante della Questura…

20 ore Fa
  • In Provincia

Zafferana Etnea, scoperta discoteca senza autorizzazioni

Una vera e propria serata da discoteca, senza autorizzazioni, quella bloccata nel tardo pomeriggio del…

2 giorni Fa
  • Catania

Ordinanza del Questore per i servizi di ordine e sicurezza pubblica

Il 1° maggio, Festa dei Lavoratori, è come tradizione una giornata caratterizzata da un intenso…

2 giorni Fa
  • Primo Piano

Europee 2024: scatta il conto alla rovescia

Scatta il conto alla rovescia per il deposito delle liste per le elezioni europee dell'8…

2 giorni Fa