Due brevetti dell’Università di Catania alla fiera A&T di Torino

Integrare realmente e in maniera sostenibile le tecnologie 4.0 ai processi progettuali e produttivi, a seconda delle dimensioni aziendali, dei contesti e dei mercati in cui operano le imprese italiane. E proprio in questo campo l’Università di Catania ha preso parte alla sedicesima edizione di “A&T – Automation & Testing”, la fiera internazionale dedicata a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0 che si è tenuta dal 6 all’8 aprile all’Oval Lingotto di Torino.

Un’iniziativa che si rivolge a imprenditori, manager, tecnici e ricercatori delle principali filiere industriali e che comprende una serie di eventi finalizzati anche ad incentivare e amplificare le opportunità di networking.

L’ateneo catanese, nel corso della fiera, ha illustrato due brevetti: “Metodo Integrato con Kit Indossabile per Analisi Comportamentale e Visione Aumentata” del gruppo di ricerca guidato dal docente Giovanni Maria Farinella (insieme con i ricercatori Antonino Furnari e Francesco Ragusa) del Dipartimento di Matematica e informatica e “Metodo per l’estrazione e la determinazione di microplastiche in campioni organici e inorganici”, del team con a capo la prof.ssa Margherita Ferrante (insieme con i ricercatori Gea Oliveri Conti e Pietro Zuccarello) del Dipartimento di Scienze mediche chirurgiche e tecnologie avanzate.
Il primo brevetto, grazie ad algoritmi di l’Intelligenza artificiale prodotti in collaborazione con Next Vision – spinoff dell’Università di Catania – permette di riconoscere quali oggetti di un sito sono di interesse per l’utente a partire da immagini acquisite da un dispositivo indossabile (smart glass), quali oggetti l’utente sta manipolando durante una procedura, e al tempo stesso di navigare ambienti proponendo informazioni in realtà aumentata/mista. Una tecnologia che è stata utilizzata in siti industriali e culturali.

Il secondo brevetto, invece, consente di fornire un servizio di controllo di qualità dei prodotti farmaceutici compresi i cosmetici. Le microplastiche rilasciate dal confezionamento o dalle linee produttive, infatti, possono alterare l’efficacia della bioattività dei principi attivi di farmaci e cosmetici. Ma è rivolto anche al settore aerospaziale per la realizzazione di materiale plastico tecnico di qualità e al settore “Food&beverage” per il controllo di prodotti e sottoprodotti di origine animale, alimenti vegetali, acque potabili sale e zucchero valutandone la qualità e la sicurezza e l’eventuale presenza di microplastiche. In particolar modo per quanto riguarda frutta, verdura e alimenti di origine animale, il brevetto consente di rilevare le microplastiche nella carne e nei filetti di pesce, nei molluschi, negli artropodi, ma anche in alghe e meduse commestibili. E, inoltre, un servizio di controllo qualità degli imballaggi per la sicurezza alimentare e per il miglioramento del sistema produttivo volto ad evitare la cessione di microplastica negli alimenti e nelle bevande.

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Redazione