“È un momento storico particolare, non solo per il nostro territorio, ma in generale per le condizioni che ci hanno visti impegnati in questo ultimo anno e mezzo. Questa è un’occasione di confronto con gli amministratori locali che sono il front office dei cittadini e per noi istituzioni. È un momento di formazione per lanciare la sfida sui nostri territori, abbiamo bisogno di un’Europa positiva che ci dia delle risorse, come tra l’altro per adesso sta facendo, e che dobbiamo sapere utilizzare. Più volte diciamo che l’Europa è matrigna e che ci vessa, però ci sono anche tanti aspetti positivi che dobbiamo saper cogliere. Dalla consapevolezza che occorre formare i nostri giovani, e meno giovani, amministratori, nasce questa opportunità di incontro”. Così Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega, a margine della prima giornata del convegno ‘Fondi UE: una sfida per il sud’, organizzato con Identità e Democrazia a Palermo, presso l’hotel Federico II.
Un convegno che sarà da apripista per altre riunioni per proseguire i lavori e le sfide che attendono l’isola: “La sfida più importante è il Pnrr – sottolinea l’eurodeputata -. Per quanto riguarda i fondi tradizionali, e che purtroppo non sempre abbiamo richiesto e attivato, per ultimo ho presentato un’interrogazione alla commissione europea chiedendo se con i fondi tradizionali si potesse realizzare il ponte sullo stretto – non perché sia l’unica opera di cui la Sicilia ha bisogno – ma perché se comunque abbiamo la possibilità di realizzarla non vedo perché non dovremmo; e mi è stato risposto è possibile anche con i fondi tradizionali, ma che nessuno ha mai chiesto o portato davanti alla commissione un progetto. Da questo momento in poi credo che i siciliani, anche gli italiani in generale, si debbano svegliare e iniziare a lavorare per poter riuscire a utilizzare quello che ci danno, non facendoci trovare impreparati per il futuro e per queste grandi ingenti somme che avremo col Pnrr. Saranno anche prestiti, però una volta che abbiamo accettato di averli dobbiamo anche essere bravi a sfruttarli”.
“La politica siciliana deve puntare alla competenza – ha aggiunto l’eurodeputata -. Abbiamo tante belle menti, purtroppo anche all’estero, ad esempio anche Bruxelles è una piazza con tanti giovani preparati, volenterosi e che hanno studiato molto. La politica siciliana dovrebbe pensare più a importare gente ‘nostra’, puntare sulle qualità e sulle competenze, e soprattutto capire che puntando sulle persone forse arrivano anche i voti. Non è vero che dobbiamo essere solo alla ricerca dei pacchetti di voti per costruire le liste, ma le liste possono anche essere costruite con persone competenti, perché i siciliani e la Sicilia sono stanchi di una politica approssimativa”.