“L’Era del digitale, le nuove sfide” il tema al centro di un incontro-dibattito, svoltosi domenica 7 novembre a Catania, presso la biblioteca “Bellini”, su iniziativa dei Giovani Democratici e dell’Unione Provinciale del Partito Democratico. Ha introdotto i lavori il Consigliere IV Circoscrizione dem, nonché segretario cittadino dei Gd, Mirco Giacone. Ospite il giornalista Alessandro Cecchi Paone che, per l’occasione, ha presentato il libro “No Store”. Ha recato i saluti del Pd provinciale, il segretario Angelo Villari. Sono intervenuti il segretario provinciale Gd, Bruno Guzzardi, il senatore Enzo Bianco, l’onorevole Santi Cappellani, insieme a tecnici e personalità dell’associazionismo e della società catanese.
“Nello sviluppo delle skills dobbiamo investire, a Catania, risorse già presenti all’interno della pubblica amministrazione, ma soprattutto aprire all’immissione di nuove energie – ha sottolineato Mirco Giacone –. Grazie alla banda ultralarga potremo ottenere sistemi sempre più efficienti e garantire una migliore fruizione dei servizi agli utenti”.
“Sull’era del digitale – ha aggiunto Cecchi Paone – l’Italia si trova ancora indietro rispetto al resto d’Europa e dovrà cogliere al meglio le opportunità derivanti dal Pnrr. Nel libro ‘No Store’ cerchiamo di spiegare e rendere accessibili a tutti, le novità della rivoluzione digitale”.
Il segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, ringraziando i Giovani Democratici per l’interessantissima iniziativa, ha sottolineato che “la digitalizzazione è una delle sfide indispensabili per modernizzare la pubblica amministrazione e la società, per renderla più trasparente, giusta ed efficiente. La transizione digitale, insieme alla transizione ecologica, è la sfida principale che bisogna affrontare contando sulle risorse del Pnrr. Nel Mezzogiorno – ha aggiunto – dovrà essere condotta con progetti adeguati e stanziando tutte le risorse necessarie in favore di pubbliche amministrazioni e privati.
Villari ha però individuato tre rischi di diseguaglianze che, senza correttivi, possono insorgere nel processo di ammodernamento del Paese: territoriali, sociali, generazionali. “La digitalizzazione – ha specificato – non dovrà riproporre scenari tristemente noti, ovvero un Nord che corre e un Sud che arranca, dovrà includere le fasce economicamente più deboli, che rischiano di restare ai margini, e formare adeguatamente gli over 50 che potrebbero non integrarsi con la cosiddetta generazione digitale. Solo evitando queste diseguaglianze – ha concluso il segretario provinciale dem – l’era digitale sarà servita realmente ad ammodernare l’Italia”.
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