Le indagini sulle Stragi del ’92 e le altre attività investigative su Cosa Nostra rischiano di subire una paralisi se il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) non provvederà tempestivamente a colmare i vuoti nell’organico della Procura di Caltanissetta, attualmente carente di quattro sostituti procuratori. L’allarme arriva dal Procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, che nel corso di una conferenza stampa sull’operazione “Lua Mater” ha evidenziato le criticità dovute alla mancanza di personale. L’operazione ha recentemente portato all’esecuzione di due ordinanze di misure cautelari per 13 membri delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto.
“Quello di Caltanissetta è uno dei distretti giudiziari in cui la criminalità organizzata è la più armata d’Italia rispetto alla popolazione”, ha dichiarato De Luca, sottolineando la complessità delle attività investigative in corso. Da Enna a Caltanissetta, dal Vallone a Gela, molteplici sono le famiglie criminali attive nelle due province. “La procura – ha spiegato De Luca – non si occupa solo delle indagini sulle stragi del ’92, ma lavora anche per monitorare le dinamiche di Cosa Nostra, garantendo la sicurezza dei cittadini e ripulendo il territorio dalle armi”.
Attualmente, sono vacanti i posti di quattro sostituti procuratori, e il rischio è che nei prossimi mesi i vuoti in organico possano aumentare ulteriormente. La commissione del CSM ha infatti autorizzato il trasferimento di due magistrati: Massimo Trifirò a Messina e Maurizio Bonaccorso a Palermo, quest’ultimo impegnato nelle indagini sul depistaggio di via D’Amelio.
“Sono fiducioso – ha commentato il Procuratore De Luca – che il CSM pubblicherà presto i bandi necessari per coprire queste posizioni, poiché un vuoto nell’organico potrebbe rallentare, se non addirittura bloccare, le indagini sulle stragi e altre in corso”. Attualmente, nella pianta organica della Procura di Caltanissetta, resta vacante anche il ruolo di dirigente amministrativo, funzione temporaneamente assunta dallo stesso Procuratore.
A livello nazionale, il CSM ha rilevato nel 2023 una carenza di circa il 10% dell’organico complessivo dei magistrati, equivalente a oltre 900 posizioni scoperte su un totale di circa 9.500 unità previste. Le aree maggiormente colpite da questa carenza sono quelle del Sud Italia, come Sicilia, Calabria e Campania, dove le indagini sulla criminalità organizzata sono più frequenti e impegnative. Anche regioni del Nord Italia, come Lombardia e Veneto, soffrono di significative carenze, specialmente nei tribunali delle grandi città e nelle sezioni specializzate.
La maggior parte delle posizioni vacanti riguarda i giudici di primo grado e i sostituti procuratori, il che influisce direttamente sulla capacità di gestire processi complessi, inclusi quelli legati alla criminalità organizzata e ai reati finanziari. Anche le corti d’appello e di cassazione sono colpite da carenze, rallentando notevolmente il sistema giudiziario, con casi che possono rimanere in attesa di appello o decisioni definitive per anni.
Il rallentamento dei procedimenti giudiziari e delle indagini a causa della carenza di magistrati rappresenta una sfida significativa, soprattutto nelle regioni affette da criminalità organizzata. Per affrontare questo problema, il CSM ha avviato nuovi concorsi per magistrati ordinari negli ultimi anni, ma il processo di formazione e inserimento è lungo e richiede tempo prima che i nuovi magistrati possano essere operativi.