La consigliera Natoli chiede l’annullamento delle delibere del plenum del 17 luglio, sulla nomina del procuratore di Catania
La consigliera laica del CSM ed ex componente della sezione disciplinare, Rosanna Natoli, ha inviato al Comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura una richiesta di annullamento delle delibere adottate durante il plenum del 17 luglio scorso. Natoli, esponente di Fratelli d’Italia, è stata registrata durante un incontro con la magistrata Maria Fascetto Sivillo, soggetta a un procedimento disciplinare dopo essere stata condannata in primo grado. La registrazione del loro colloquio è stata successivamente trasmessa alla Procura di Roma dal Palazzo dei Marescialli.
Nella sua lettera, Natoli lamenta di essere stata “costretta” a non partecipare al plenum del 17 luglio, durante il quale si doveva votare la nomina del nuovo procuratore di Catania, e di essere stata obbligata ad “allontanarsi da Palazzo Bachelet e a non presenziare ai lavori” a causa di un clima intimidatorio. Sostiene di essere stata “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente dalle parole e dalle intenzioni riferitele dai consiglieri di Area e Magistratura Democratica”, i quali, secondo quanto riportato da Natoli, avrebbero minacciato di diffondere in diretta su Radio Radicale la trascrizione del contenuto di una chiavetta USB depositata dalla Fascetto Sivillo e di chiedere pubblicamente le sue dimissioni, nonché di inviare gli atti alla procura. Dichiarazioni smentite e rispedite al mittente dai rappresentanti dei due gruppi.
L’ultima apparizione di Rosanna Natoli al CSM risale al 15 luglio, quando l’avvocato Carlo Taormina aveva depositato la registrazione di un colloquio incriminato. Da allora, è rimasta assente per un mese, durante il quale la Procura di Roma l’ha indagata per abuso d’ufficio e rivelazione di atti d’ufficio. Nonostante le accuse, Natoli ha ribadito la sua volontà di restare al suo posto di consigliera, come dimostra la sua recente presenza a Palazzo Bachelet.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva già convocato il Comitato di presidenza del CSM il 23 luglio, esprimendo la sua sorpresa per il comportamento della consigliera Natoli e suggerendo una sua futura assenza dal Consiglio. Tuttavia, non è stato preso alcun provvedimento concreto, e il CSM ha proseguito con le ferie estive.
Questa settimana, il Consiglio ha ripreso le attività con le riunioni di alcune commissioni, mentre per il prossimo 11 settembre, si discuterà la mozione per la rimozione di Natoli, che potrebbe essere decisa con un voto a maggioranza dei due terzi dei consiglieri.
Nonostante la possibilità di una sospensione, la presenza di Rosanna Natoli a Palazzo Bachelet suggerisce una strategia di resistenza piuttosto che di ritiro. Natoli gode del pieno appoggio dei sei colleghi laici di centrodestra, del presidente del Senato Ignazio La Russa, e del sostegno generale del centrodestra, che finora non ha preso le distanze dal suo comportamento. Questo stesso schieramento politico sta spingendo per una legge costituzionale che preveda la separazione delle carriere e l’istituzione di un’Alta Corte per i giudizi disciplinari, ritenendo che l’attuale CSM non sia abbastanza severo.
La proposta di legge è in fase di approvazione presso la commissione Affari costituzionali della Camera e sarà poi discussa in aula. Per il centrodestra, il comportamento della consigliera Natoli è considerato normale e giustificabile, e lei continua a partecipare alle attività del CSM con sicurezza.
L’atteggiamento di Natoli ha suscitato l’indignazione del segretario di Area, Giovanni “Ciccio” Zaccaro, che ha duramente commentato la richiesta di annullamento della nomina del procuratore di Catania: “Rispetto la persona umana, soprattutto quando sbaglia, e cerco di comprenderne le debolezze. Ma tutto ha un limite”.
Intanto a seguito dell’iniziativa della consigliera del CSM Rosanna Natoli, alcuni candidati al ruolo di Procuratore di Catania stanno considerando di presentare un ricorso contro la nomina di Francesco Curcio e, nel frattempo, di richiedere il differimento dell’assunzione dell’incarico. È quanto riportato dall’Ansa dal Palazzo di giustizia di Catania. Gli altri tre candidati erano i procuratori aggiunti di Catania: Sebastiano Ardita, Ignazio Fonzo e Francesco Puleio, quest’ultimo successivamente proposto all’unanimità come procuratore a Ragusa.