Lavoratori dipendenti, passato il dpcm: adesso se ti licenzi non prendi più una lira | Rimani per strada
Si sta parlando molto del nuovo decreto per i lavoratori dipendenti che sta facendo discutere, soprattutto in caso di dimissioni. Veramente si rischiano di perdere i soldi messi da parte?
L’Articolo 4 della Costituzione italiana recita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Sfortunatamente non sempre è così in quanto i livelli di disoccupazione registrati nel nostro Paese sono sempre preoccupanti.
A ogni modo, per tutti coloro che hanno la fortuna di trovarlo un impiego, oltre a pensare a come crearsi un futuro splendente, acquistando la casa, l’auto e così via, si pensa sempre al periodo in cui si andrà in pensione. Molti infatti integrano al cedolino pensionistico la cifra guadagnata grazie al TFR, cioè il Trattamento di Fine Rapporto, una volta concluso il periodo lavorativo in azienda che sia per vecchiaia o per il cambio di impiego.
Con il nuovo decreto però tutto questo potrebbe cambiare per il lavoratore dipendente se non esegue una scelta consona alle direttive previste dalla prossima Legge di Bilancio. Cerchiamo di capire perché i dipendenti sono preoccupati in caso di dimissioni volontarie.
La condizione attuale e i pro e contro del fondo pensione
Un lavoratore dipendente, quando firma per un contratto a tempo determinato o indeterminato, tra i vari moduli da compilare deve anche decidere dove lasciare il proprio TFR, in quanto può scegliere se lasciarlo in azienda o investirlo in un fondo pensione. In questo ultimo caso può inoltre prediligere per il fondo della propria categoria o in altri scelti in maniera indipendente.
In merito ai fondi pensione ci sono dei pro e dei contro come per tutte le cose. In merito ai benefici sappiamo che è prevista una tassazione agevolata e c’è un maggiore controllo da parte del Covip, Consob e Banca d’Italia sui vostri risparmi, per contro, lo svantaggio principale, se così possiamo definirlo è quello di avere un vincolo sulla durata. I soldi potranno essere riscattati nel momento della pensione, qualora si ritirassero prima del tempo stabilito ci sarà comunque una penale da pagare.
Il nuovo decreto in merito al TFR
Il governo sta valutando una nuova riforma che potrebbe tranquillamente essere attiva nella prossima Legge di Bilancio, nel quale verrebbe rivalutato tutto il discorso sul TFR. Tutti i nuovi assunti dovranno destinare il 25% del loro Trattamento di Fine Rapporto in un fondo pensione, mentre per i lavoratori di vecchia data, qualora non prendessero una decisione in merito si vedranno applicata la formula del “silenzio assenso”, in questo modo anche per loro varranno le regole dei neo assunti.
La preoccupazione principale dei dipendenti si verifica nel momento in cui un lavoratore decide di licenziarsi, in quel caso infatti il 25% non potrà essere ritirato essendo bloccato nel fondo. Quando si riscatta il premio in anticipo infatti, ci sarà una grossa penale da pagare.