L’originalità di Vincenzo Consolo riscoperta grazie all’Università di Catania

Un percorso approfondito per far “riscoprire” l’originalità dello stile letterario di Vincenzo Consolo, lo scrittore siciliano considerato oggi uno dei maggiori narratori del secondo Novecento. Un “viaggio” che tra incontri e immagini, proiezioni e performance musicali è stato “messo in scena” al Centro Universitario Teatrale dell’Università di Catania a dieci anni dalla scomparsa del saggista originario di Sant’Agata di Militello. Un’iniziativa – dal titolo “Giornate dedicate a Vincenzo Consolo” – realizzata con il Dipartimento di Scienze umanistiche, le associazioni Amici di Vincenzo Consolo e MoMu e con il patrocinio del Comune di Catania, da un’idea dell’artista Etta Scollo.

E proprio la cantante e compositrice Etta Scollo – con lo spettacolo “Lunaria – Nella gioia luminosa dell’inganno” – ha chiuso il sipario delle tre giornate che hanno affascinato i numerosi presenti nella struttura teatrale dell’ateneo catanese. Le potenzialità del romanzo “Lunaria” di Vincenzo Consolo sono emerse brillantemente attraverso le note, le voci e i suoni degli strumenti tradizionali, amalgamati sulla scena dalla sapiente guida di Etta Scollo.

«Si tratta di un frammento lirico, uno spavento notturno, un sogno lunare ambientato in una Sicilia fantastica, contemplata attraverso un caleidoscopio che combina le tinte del barocco mediterraneo – dichiara l’artista catanese -. Il protagonista è il viceré dell’isola, Casimiro, personaggio malinconico e lunare che incarna l’esatto contrario del potere che lo circonda e di cui lui stesso è simbolo. Una notte, viene turbato da un sogno in cui vede la luna cadere sulla terra. Si tratta di una premonizione: in un lontano villaggio del suo regno, su una contrada senza nome, la luna è caduta davvero».
«Sospesa tra narrazione e lirismo – aggiunge Etta Scollo – l’intera tessitura del racconto si dispiega quale vera e propria partitura il cui dato musicale scorre come un fiume carsico, emergendo qua e là alla luce argentea della luna, con diversi episodi melodici, canzoni, ballate e poesie la cui tensione musicale è esaltata dall’uso della speciale “lingua” consoliana che affonda le sue antiche radici in diverse espressioni idiomatiche regionali così come scriveva lo stesso scrittore: “Isola in cui dimora frammento di parola, qui ritorna ancora in tutte le sue grazie, nelle speranze, nel sogno necessario, nella gioia luminosa dell’inganno”».

Sul palco, insieme con la cantante, l’attrice Alessandra Costanzo (voce recitante) e i musicisti Alessandro Sica (violoncello), Sebastiano Scollo (liuto rinascimentale e voce), Fabio Tricomi (strumenti antichi e tradizionali e voce). E, inoltre, i dottorandi dell’Università di Catania Floriana Renna (soprano) e Giuseppe Sanfratello (baritono) che hanno partecipato al laboratorio “Pratiche corali e di ascolto” curato da Etta Scollo.

«Il Centro Universitario Teatrale, che l’ateneo catanese ha riconsegnato alla città nei mesi scorsi, sta diventando sempre più un luogo culturale simbolo di Catania – ha spiegato il rettore Francesco Priolo a conclusione dell’iniziativa -. L’università sta fornendo un continuo contributo culturale, non solo della ricerca, e della conoscenza in tutti i settori per favorire lo sviluppo e la crescita di questo territorio. E, inoltre, sta favorendo, grazie al CUT, quel continuo e indispensabile scambio di saperi ai giovani, non soltanto universitari, per ampliare le proprie conoscenze, in questo caso nel campo delle arti visive e dello spettacolo, con nuove opportunità formative e di crescita personale».

Nel corso delle tre giornate – curate anche dai docenti Maria Rosa De Luca e Rosario Castelli dell’ateneo catanese – il pubblico ha potuto “conoscere” lo scrittore tramite il “racconto per immagini” del fotografo Giuseppe Leone sul Consolo “privato” e il volume fotografico “La Sicilia passeggiata”. Ma anche approfondire con gli italianisti Giuseppe Traina e Gianni Turchetta l’importanza degli scritti, e i suoi particolari stili e registri, di Vincenzo Consolo che ha sempre evidenziato la “centralità della Sicilia” tra tradizione meridionalistica e processi di modernizzazione.

Un tema su cui sono intervenuti anche il poeta Jano Burgaretta e il saggista e traduttore Jean-Paul Manganaro. E ancora l’importanza della figura femminile nella letteratura consoliana con la stessa Etta Scollo e l’italianista Rosalba Galvagno. E tra un incontro e l’altro non sono mancate le proiezioni dei film “Malavoglia” del regista Pasquale Scimeca con un cameo di Vincenzo Consolo e “Etta Scollo – Lunaria” di Luca Lucchesi sulla vita privata dello scrittore.

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Redazione