Il futuro economico non può essere pensato oggi se non si guarda all’innovazione e alla sostenibilità, trasformando i due termini da semplici concetti a concreta occasione di sviluppo possibile. Su queste delicate tematiche si sono confrontati questa mattina, nella sede dell’azienda Netith di Paternò, il vicepresidente nazionale della CEI e presidente dei vescovi siciliani, Monsignor Antonino Raspanti; il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco e il presidente ed AD di Netith, Franz Di Bella. “Nuovi modelli di sviluppo del territorio nell’era digitale”, questo il tema della conferenza per sviscerare quattro concetti: innovazione, formazione, coesione sociale ed economia sostenibile. Dai relatori è stato evidenziato come le aziende siciliane hanno enormi difficoltà rispetto ad altre zone italiane a fare impresa. Per il presidente Biriaco, la Sicilia ha almeno tre criticità: burocrazia, infrastrutture e l’incapacità di fare squadra. Nonostante questo il territorio produttivo cresce.
Tutto questo in un’area industriale, come quella di Catania, totalmente abbandonata, dove mancano le principali infrastrutture, come le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. E non è solo Catania, anche Paternò, ha una sua area ex ASI, completamente dimenticata. «È facile fare impresa al nord con le condizioni che vi sono – ha evidenziato il presidente Biriaco -, in Sicilia abbiamo numerosi problemi, in testa quello infrastrutturale. Dateci le stesse possibilità e infrastrutture del nord che faremo raddoppiare il nostro PIL. Fare impresa in un contesto come il nostro è il chiaro segnale che si vuole investire sul capitale umano e sul territorio anche in condizioni difficili.» Ha sottolineato la necessità di guardare ad un territorio nella sua interezza Monsignor Raspanti. «Si vince tutti insieme o si perde insieme – ha evidenziato il vicepresidente della CEI -. Il territorio deve essere connesso, tutte le realtà presenti devono poter dialogare tra loro. Invece è un ginepraio. Vanno insieme, cultura, formazione, giovani, scuole e società. Come Chiesa cattolica immagino che possiamo essere utili per mettere insieme gruppi diversi per un obiettivo comune, favorendo la crescita sana dei nostri territori. La battaglia si gioca sulla preparazione della classe dirigente. Se vogliamo puntare ad un riscatto questa è la strada.»
L’inclusività, dunque, una chiave di lettura necessaria per una crescita a 360° dei territori, guardando soprattutto ai giovani, per costruire un futuro economico per le nuove generazioni. E una rappresentanza degli studenti degli Istituti superiori e Licei del territorio ha preso parte alla conferenza, con Netith che per parlare proprio ai giovani, da qualche mese si è attivata con degli open day. Sulla necessità di dare un supporto alle aziende per continuare negli investimenti, per consegnare un futuro ai territori delle province, ha puntato il presidente di Netith, Franz Di Bella. «Vogliamo mandare un messaggio chiaro, le aree periferiche non devono e non possono essere depauperate di risorse rispetto ad una visione centralistica e esclusivamente metropolitana – ha evidenziato Di Bella – perché rischiamo di desertificare i Comuni del territorio della provincia. Vogliamo stimolare le istituzioni affinché possano stare vicino alle realtà imprenditoriali concretamente.»
E sempre l’AD di Netith Franz Di Bella ha sottolineato: «Innovazione e sostenibilità sono concetti chiave di un nuovo modello economico, nato con l’obiettivo di non pensare solo all’oggi, depauperando tutte le risorse del nostro pianeta, ma guardando al domani, per permettere alle nuove generazioni di poter vivere un futuro ricco di risorse ed opportunità. Si può fare profitto senza distruggere il nostro ecosistema e per fare questo bisogna promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile sostenendo l’innovazione, concetti chiave tracciati dall’Agenda 2030, sottoscritta da 193 Paesi membri dell’ONU. È l’innovazione la via maestra – ha continuato il presidente Di Bella -, puntando su di essa saremo in grado di esplorare nuove frontiere che guardino ad uno sviluppo ecosostenibile. Il nostro futuro dipende da quello che scegliamo oggi, il presente dipende già da quello che abbiamo scelto.» L’incontro, moderato dal giornalista Salvo Fallica, ha messo in luce, dunque, le grandi carenze di un territorio, ma la grande forza e voglia di investire da parte della nuova classe manageriale.
«Ripresa e rilancio della crescita guardano oggi a nuovi modelli – ha concluso il presidente Biriaco -. Due anni di pandemia hanno causato un profondo shock economico, determinato dal fermo delle principali attività produttive, ma anche un cambio di paradigma culturale nella vita e nel lavoro. Anche in una realtà complessa come la nostra, caratterizzata da forti svantaggi strutturali, esiste un tessuto di imprese resiliente, capace di coniugare, innovazione, sostenibilità, attenzione al benessere sociale. Gli imprenditori sentono oggi più che mai questa responsabilità ma occorre una cornice istituzionale adeguata che li sostenga in questo sforzo».