Open Arms, riprende il processo a Matteo Salvini

Riprende questa mattina, il processo Open Arms, che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. La vicenda risale all’agosto 2019, quando la ong spagnola, dopo aver salvato 147 migranti nel Canale di Sicilia, rimase in mare diversi giorni in attesa le venisse consentito l’approdo.

Oggi inizieranno a sfilare davanti alla corte i primi testimoni (sono 26 complessivamente e tra loro anche l’attore Richard Gere) chiamati dalle parti. Oggi toccherà all’ufficiale Sergio Liardo, capo del III Reparto “Piani e Operazioni” e Imrcc del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto; il capitano Edoardo Anedda, comandante delle Sezioni Unità navale e operativa della Stazione navale della Guardia di finanza di Palermo; Leandro Tringali, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Lampedusa; Nunzio Martello, capo del Reparto Personale del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto; Giovanni Minardi, dirigente della Squadra mobile di Agrigento. Oltre al funzionario Giovanni Franco della Squadra mobile di Agrigento e l’assistente capo Nicolò Di Giorgi. Ada Mastrogiovanni e Paolo Bonfiglio, del Gabinetto provinciale di Polizia scientifica della questura di Agrigento.

“Io rispetto i giudici che incontrerò in aula. Rispetto di meno quei parlamentari di sinistra che hanno scelto di mandarmi a processo per un atto politico, per aver svolto il mio dovere di ministro di difendere i confini”, ha detto ieri sera il senatore Matteo Salvini, a margine di un incontro organizzato dalla Lega a Palazzo Alliata di Pietratagliata di Palermo. “I numeri della Cei – ha aggiunto – hanno certificato che il numero dei morti durante il mio ministero era meno della metà rispetto ai morti di quest’anno, quindi meno partenze meno morti, più partenze più sbarchi e più morti. E’ un processo politico che spero duri poco e costi poco al contribuente italiano”.

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Redazione