“La Sicilia e’ davanti ad un momento di straordinaria importanza per il futuro. Ma noi in Sicilia abbiamo cambiato pagina prima ancora del PNRR. Ricordiamoci che i fondi del PNRR dovranno essere restituiti all’Europa e senza Covid neanche ci sarebbero stati tutti questi miliardi. Avremo quattro anni e mezzo per recuperare le opere, in un contesto in cui in Italia sinora ci vogliono 7-8 anni per attuare i lavori. O si sposta la scadenza del PNRR al 2030 o non si farà in tempo, a meno che non si dia modo agli Enti locali di avere altre risorse umane negli uffici che in tanti casi sono ormai sguarniti”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, al Palacongressi di Taormina, al congresso regionale della Cisl Sicilia, intervenendo al focus “Esserci per cambiare” sulla ripartenza della Sicilia.
“Entro il 2026 dovremo collaudare e consegnare le opere – ha aggiunto Musumeci -. Sulla concertazione siamo tutti concordi ma la verità e’ che i territori, le regioni non sono state consultate preventivamente. Abbiamo appreso tutto a cose fatte, dai giornali. Ci siamo adattati ma che senso ha mettere a disposizione 25 miliardi quando non si ha la certezza di poter rispondere a questa opportunità con dei progetti adeguati ai parametri posti dall’Europa? In Sicilia ci sono uffici tecnici nei comuni con un solo geometra in organico. I 25 miliardi per la Sicilia non sono tutti a disposizione della Regione, che avrà solo 1 miliardo da spendere come ente regione mentre tutto il resto sarà destinato a imprese, università, terzi settore e ricerche. Le strutture e le forze umane a disposizione dei comuni sono troppo deboli. Bisogna dirle queste cose affinché non si determini poi una stagione di delusione e affinché poi non si dica che le cose non sono state fatte”.