Il budget di salute come strumento terapeutico innovativo e come opportunità per sostenere i progetti di vita delle persone con disturbi mentali, disabilità, non autosufficienti e vulnerabili.
È questo il tema al centro dell’incontro svoltosi oggi presso i locali della Scuola di formazione del personale penitenziario di San Pietro Clarenza (Catania).
L’appuntamento, organizzato dal Dipartimento di Salute mentale (DSM) dell’Asp di Catania nella cornice dell’art. 24 della legge regionale 17/2019 e in continuità con gli atti deliberativi adottati dalla Direzione Strategica dell’Azienda sanitaria relativi alla costituzione di un albo per l’attuazione dei budget di salute, si propone come momento informativo relativo all’elaborazione e alla gestione dei progetti terapeutici individualizzati (PTI) di presa in carico comunitaria sostenuti dal budget di salute.
«Il badget di salute – spiega Carmelo Florio, direttore del DSM dell’Asp di Catania – è uno strumento che mira a ricomporre la frammentata gamma delle misure e dei sostegni disponibili. Con questo appuntamento abbiamo voluto evidenziare che l’effettiva esigibilità e fruizione dei diritti sociali richiede, contesti istituzionali, organizzativi e gestionali nell’ambito dei quali far convergere e far lavorare insieme una pluralità di competenze pubbliche e di soggetti privati, in specie non lucrativi».
Dopo il saluto della direttrice della Scuola di formazione del personale penitenziario, Letizia Bellelli, i lavori sono stati introdotti dal direttore generale dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza, e dal presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Roberto Di Bella.
«L’obiettivo del budget di salute è di favorire appieno i percorsi di recovery dei nostri assistiti, in modo da valorizzare le loro abilità e favorire i loro progetto di vita autonoma – ha evidenziato Lanza -. È una evoluzione del modello assistenziale in salute mentale che lega il sistema di cura alla rete delle comunità».
All’incontro, rivolto agli operatori dei Servizi di Salute mentale aziendali, hanno partecipato anche operatori delle Istituzioni e degli enti che si occupano di salute mentale in ambito minorile, anche giudiziario.
«La sinergia fra le Istituzioni e l’integrazione dei servizi sono aspetti fondamentali nella costruzione di modelli di intervento innovativi e efficaci – ha aggiunto Di Bella -. Con l’Asp di Catania abbiamo, infatti, condiviso una Procedura per la valutazione e la presa in carico del minore segnalato dal Tribunale per i minorenni, che vede il ruolo centrale delle equipe multidisciplinari. L’istituzione di tali equipe rappresenta il vero elemento di novità nella definizione di un modello sul quale riscontriamo anche l’attenzione della Regione Siciliana, che lo vorerebbe riproporre a livello regionale. Questa organizzazione dà, inoltre, una completa attuazione alla legge 328 che valorizza l’integrazione dei servizi e la multidisciplinarietà degli interventi. Tutto ciò ci darà l’opportunità di adottare dei provvedimenti fortemente incisivi sulla vita delle persone, che possono cambiare i destini di migliaia di persone nella Città metropolitana».
Intervenuti all’incontro, Roberta Montalto, direttrice Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni di Catania; Carmela Leo, direttrice Istituto penale minorile di Acireale; e da remoto, Rosanna Gallo, dirigente del Centro Giustizia Minorile per la Sicilia.
Il budget di salute, i percorsi e i destinatari, le modalità di progettazione, le sinergie e le azioni già attivate dal DSM sono stati illustrati da Roberto Ortoleva, direttore dell’UOC Coordinamento e Controllo CTA Pubbliche e Private, e Adriana Centarrì, dirigente psichiatra del DSM.
Presenti, Daniela Castronovo, direttore dell’UOC Coordinamento Staff; Giovanni Rapisarda, direttore dell’UOC di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (territoriale); Daniela Bordonaro, direttrice dell’UOC Servizio di Psicologia; Loredana Sucato, responsabile del Servizio Sociale. Hanno preso parte all’incontro anche rappresentanti delle cooperative del Terzo settore.