Sistemi irrigui: Cgil e Flai per la riforma dei consorzi di bonifica

Reti colabrodo con perdite fino al 50%,  un sistema di acque irrigue che non raggiunge tutte le campagne, innovazione tecnologica ancora da venire: sono i principali problemi del sistema irriguo in Sicilia, che, sostengono la Cgil e la Flai Cgil regionali, “ va innovato per garantire all’agricoltura siciliana un servizio efficiente”.

“Sull’argomento il sindacato ha tenuto oggi un dibattito a Misterbianco nell’ambito della campagna della Cgil “Il lavoro in piazza per cambiare la Sicilia”.  Tonino Russo, segretario generale Flai, ha lanciato la proposta di insediare un “tavolo verde” con la partecipazione delle istituzioni e di tutti i soggetti interessati, sindacati e imprese, per individuare e avviare a realizzazione tutti gli interventi necessari a rendere efficiente il sistema dei servizi all’agricoltura, a partire dall’acqua. “Lo stato attuale delle infrastrutture idriche- ha detto Gabriella Messina, segretaria regionale Cgil- non è in grado di soddisfare i fabbisogni pubblici e privati, servono investimenti e soprattutto una capacità di progettazione che finora è mancata , come dimostra la recente bocciatura dei progetti presentati per il Pnrr”. Per il sindacato in questo contesto “la riforma dei consorzi di bonifica con il rafforzamento del loro  ruolo è un passaggio fondamentale per una gestione che funzioni”. “I consorzi- ha detto Tonino Russo- devono uscire dal commissariamento, devono avere una gestione manageriale, devono assicurare un prezzo equo per tutti diventando veri erogatori di servizi all’agricoltura. Una gestione pubblica, trasparente e legale è la condizione necessaria-  ha sottolineato Russo –  per ridare all’agricoltura il ruolo centrale che merita nel panorama economico della nostra regione”.

Per Cgil e Flai serve un progetto complessivo per sviluppare e consolidare il comparto agricolo entro il quale articolare i progetti specifici. Occorre, ad esempio, “un piano di investimenti- ha detto Russo- per una rete di invasi con valenza agricola che raccolga l’acqua, oggi ne accumuliamo appena l’11%, ma anche che sia utile alla produzione di energia elettrica, dando per questa via una concreta risposta alla lotta ai cambiamenti climatici”. Per Cgil e Flai “il riassetto – ha rilevato Messina-  può dare un contributo rilevante alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo dell’agricoltura”.Un sviluppo “possibile”: oggi importiamo nell’isola l’80% di quello che consumiamo. Basterebbe colmare questo fabbisogno- ha sostenuto Russo- per creare 300 mila posti di lavoro”.

“ Le disuguaglianze tra le diverse aree del Paese- ha sostenuto Tina Balì, segretaria nazionale Flai- riguardano anche il settore idrico e gli investimenti su di esso. Mentre nelle città siciliane registriamo perdite dalle reti fino al 60%, la media del Nord è del 28%. Gli investimenti nel comparto, che in Europa arrivano a 90 euro pro capite, si abbassano a 39 euro in Italia e a 26 nel Mezzogiorno. Occorre allora usare- ha sottolineato – tutte le risorse possibili, dal Pnrr a tutti i fondi europei- per colmare i gap e sviluppare l’occupazione”. Balì ha rilevato la necessità della “riforma del settore come riforma ‘ abilitante’, in grado cioè di attivare altre riforme promuovendo sviluppo e occupazione. E’ chiaro- ha concluso- che in questo come in tutti gli ambiti ognuno deve fare la propria parte, assumersi cioè le proprie responsabilità evitando lo scaricabarile”.

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Redazione