Si è svolto a Catania, al Monastero dei Benedettini, il convegno organizzato dall’associazione di magistrati Unicost su “L’indipendenza interna ed esterna della magistratura tra Pnrr e riforme ordinamentali”, al quale ha partecipato da remoto anche il sottosegretario della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Filippo Pennisi, Presidente della Corte d’appello di Catania, ha inaugurato i lavori, sottolineando “il valore dell’indipendenza non è fine a sé stesso, è in funzione alla tutela dei diritti dei cittadini, affermazione dei principi democratici”.
“Il solo confronto non è sufficiente, – ha proseguito il magistrato – serve la testimonianza della piena adesione ai nostri compiti costituzionali, rinunciando a un certo strisciante rivendicazionismo sindacale”. Pennisi ha denunciato “l’isolamento del giudice nelle torri d’avorio, scontata come perdita di credibilità dal cittadino e di distacco del giudice dal cittadino”. Andrea Migneco, segretario distrettuale Unicost Catania, ha sottolineato che “ogni crisi oscilla fra pericolo e opportunità, ogni riforma porta pericoli ma è al contempo opportunità”. Chiara Salamone, del Tribunale di Catania e componente della Direzione nazionale Unicost, ha discusso dei risultati del questionario sull’Ufficio del processo diffuso presso i distretti di Catania e Caltanissetta. È emerso che non sono stati adeguatamente informati i magistrati sulle modalità di verifica, le risorse sono state giudicate in gran parte insufficienti, e gran parte degli obiettivi vengono reputati irraggiungibili.
Mariano Sciacca, presidente di sezione del Tribunale di Catania, ha rilevato come sia “fondamentale l’avvio di una reale interlocuzione tra il Csm, la Scuola della Magistratura, il ministero di Giustizia affinché vi sia un pieno coordinamento delle iniziative di formazione attraverso la condivisione dei progetti organizzativi predisposti dai dirigenti degli uffici giudiziari”. Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo, ha osservato che “il peso dell’arretrato ha inciso tantissimo sulla qualità della giurisdizione. Gli addetti all’ufficio del processo andranno impiegati nell’innovazione organizzativa e processuale” e nella “giustizia riparativa”. “Per il futuro, la battaglia da combattere insieme all’avvocatura è quella di un aumento dell’organico della magistratura”.
Arturo Picciotto, Presidente di Sezione del Tribunale di Trieste, ha chiesto all’uditorio se “le risorse del Pnrr non possono essere utilizzate per sopperire al personale amministrativo: e allora come fare? La carenza strutturale di personale amministrativo è talmente forte e si è protratta da così tanto tempo che ormai è irreversibile. Se il Ministro fissa gli obiettivi e arrivano meno risorse Pnrr di quelle previste, non dovrebbe essere il ministro a rideterminare gli obiettivi?”. Michele Ciambellini, componente del Csm, ha rivendicato: “Abbiamo dato dei valori aggiunti all’Europa che non sono economicisticamente valutabili”.