UNICT – Un progetto per favorire le “best practice”

Rafforzare la cooperazione regionale tra i paesi partner al fine di assicurare che le competenze dei medici siano applicabili, trasferibili e pienamente riconosciute a livello internazionale fornendo al tempo stesso un meccanismo per il miglioramento della qualità dell’educazione medica. Sono gli obiettivi del progetto Erasmus+ “Simulation in Undergraduate MEDical Education for Improvement of SAFEty and Quality of Patient Care – SAFEMED+” che è stato al centro di un meeting che si è svolto in questi giorni nei locali della Torre Biologica dell’Università di Catania.

Un progetto triennale che nasce dalla proposta di un consorzio di cooperazione siglato dalle Università di Santiago de Compostela (Spagna), Vilnius State University (Lituania), Catania (Italia) e dalle istituzioni della Georgia (Tbilisi Medical Academy – Applicant University e Tbilisi State Medical University), dell’Armenia (Yerevan State Medical University e Haybusak Medical University) e dell’Ucraina (Ternopil State Medical University e Bukovinian State Medical University). Il meeting ha anche previsto un corso per esaminatori Osce – Objective Structured Clinical Examination finalizzato a fornire best practice ai docenti dei diversi paesi coinvolti nel progetto. L’esame “Osce”, infatti, consente di valutare le competenze sviluppate dallo studente nel corso delle sue esperienze di tirocinio in ciascun anno di corso di laurea.

In relazione al momento drammatico della situazione in Ucraina, oltre al valore scientifico e formativo del progetto, il workshop ha assunto un particolare significato per la partecipazione al corso di diversi colleghi ucraini.

Il prof. Ferdinando Nicoletti – promotore e coordinatore del progetto per l’ateneo catanese insieme con i docenti Katia Mangano e Paolo Fagone e alla prof.ssa Daniela Puzzo, presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania – ha sottolineato come «la missione a Catania dei colleghi provenienti dall’Ucraina, nonostante il momento drammatico che stanno vivendo e la difficoltà del viaggio, rappresenti un’occasione importante di aggregazione e vicinanza dei diversi paesi coinvolti al dramma ucraino».

«La partecipazione ai lavori dei colleghi ucraini al meeting ha rappresentato un valore simbolico che va ben oltre il merito scientifico» ha aggiunto il prof. Nicoletti.
«L’integrazione delle diversità culturali, politiche e sociali rappresenta uno dei momenti di arricchimento personale e professionale dei componenti dell’Unione Europea come noi europei l’abbiamo immaginata e come desideriamo ancora costruirla» ha aggiunto il rettore Francesco Priolo alla presenza dei numerosi delegati del consorzio del progetto.
La significativa rilevanza della partecipazione della delegazione ucraina al workshop catanese è stata sottolineata, nel corso dei loro interventi, anche dai docenti Lucia Zappalà, coordinatrice dei delegati all’Internazionalizzazione dell’ateneo, e Salvatore Salomone, direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche – Biometec dell’Università di Catania.

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Redazione