Da Vivaldi e Čajkovskij, da Venezia a San Pietroburgo
“Da Venezia a San Pietroburgo” è il titolo del concerto che il Teatro Massimo Bellini incentra su due giganti della composizione, Vivaldi e Čajkovskij, per volare con la musica nello spazio e nel tempo. L’appuntamento è per venerdì 10 maggio alle ore 20,30 (turno A) e sabato 11 maggio alle ore 17,30 (turno B) con due capolavori quali il vivaldiano Gloria in re maggiore RV 589) e la Quarta Sinfonia del compositore russo.
Continua così la lunga serie di successi che premiano la programmazione del Bellini, che può vantare uno straordinario riscontro di critica e pubblico, come dimostrano i ripetuti sold out, merito dell’offerta musicale e di cast di eccellenza. Orchestra e coro sono quelli dell’ente lirico etneo, sul podio Mārtiņš Ozoliņš, maestro del coro Luigi Petrozziello, solisti vocali i soprani Silvia Caliò e Claudia Ceraulo e il mezzosoprano Maria Russo.
Il Gloria in Re Maggiore RV 589 per soli, coro e orchestra è tra le prime composizioni vocali di musica sacra scritte da Vivaldi tra il 1713 e il 1714, quando il Prete rosso prestava la sua opera nell’orfanotrofio femminile dell’Ospedale della Pietà di Venezia. Vivaldi sostituiva infatti il direttore del Coro Francesco Gasparini, il quale per motivi di salute aveva lasciato l’incarico che prevedeva anche il compito, condiviso con il maestro di canto Pietro Scarpati, di comporre nuove musiche per le talentuose “putte”.
Di bellezza superlativa, il Gloria è un caposaldo assoluto del genere e conquista per l’esuberante eleganza. Caduto nell’oblio come gran parte del repertorio vivaldiano, fu riscoperto nel 1920 da Alfredo Casella, che lo ripropose al pubblico nel 1939 a Siena durante “La Settimana di Vivaldi”. L’opera è divisa in dodici parti, che si differenziano molto diverse tra per organico e tonalità.
La Sinfonia n.4 in fa minore op.36 venne composta da Čajkovskij nel 1877 e fu dedicata all’amica e mecenate Nadežda von Meck, che aveva risollevato il musicista dalle difficoltà economiche in cui versava. La genesi della Quarta, la cui prima esecuzione fu diretta da Nicolai Rubinstein a Mosca nel febbraio 1878, segna per l’autore anche il superamento di un’ulteriore e più grave crisi, quella esistenziale innescata dalle fallimentari nozze con Antonina Miliukova. La partitura è attraversata da una cupa disperazione di fronte all’accanimento del destino, che impedisce all’essere umano di raggiungere la felicità e lo spinge a chiudersi in se stesso e rifugiarsi nel sogno, prima di raggiungere la consapevolezza di dover reagire. In base a questo processo, e a differenza di quanto avviene in genere nelle sue creazioni sinfoniche, qui Čajkovskij realizza un classico esempio di musica a programma.
Il primo movimento (Andante sostenuto. Moderato con anima) ruota appunto intorno alla forza oscura del fato; il secondo (Andantino in modo di canzona) descrive la tristezza e la malinconia che rendono inclini alla solitudine. Il terzo movimento (Scherzo. Pizzicato ostinato. Allegro) “non esprime alcun sentimento specifico, è composto di d’immagini elusive”, come il compositore spiega in una lettera alla von Meck. Il quarto movimento (Finale. Allegro con fuoco) indica la “cura” per riabbracciare un atteggiamento nuovamente positivo: “Se non riesci a trovare gioia in te stesso, vai in mezzo agli altri, impara la felicità dalla gente semplice. Rimprovera te stesso e smettila di dire che tutto a questo mondo è triste e misero. Gioire è semplice. Gioisci della gioia degli altri. Vivere è ancora possibile”.
Il concerto segna il ritorno di Mārtiņš Ozoliņš, in atto direttore principale e musicale della Latvian National Opera-Ballet dal 2013. Il maestro lettone, vincitore della IV prestigiosa competizione internazionale per direzione d’orchestra intitolata a Jorma Panula, ricopre inoltre l’incarico di professore associato presso il Dipartimento di direzione d’orchestra dell’Accademia di musica Jāzeps Vītols. Ha collaborato con rinomate orchestre: Leipzig Gewandhaus, Tampere Philharmonic, Hong Kong Sinfonietta, Lithuanian National Symphony, Latvian National Symphony, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Massimo Bellini. Ha diretto ancora a Mosca, San Pietroburgo, Messico, Tbilisi, Tallinn, Vilnius, Muscat e in altre sedi di importanti istituzioni musicali.