Un personaggio che abbiamo imparato a conoscere. E ad amare. Insieme all’enorme bagaglio di esperienze, dolori e speranze infrante, che con amore e gentilezza, le amiche di una vita aiutano a sostenere. Adele, Giorgia, Valeria e Serena, tornano a vivere grazie alla penna di Sarah Donzuso che, dopo la prima fatica letteraria torna in libreria con un nuovo, sorprendente, romanzo.
E lo fa con il solito garbo di chi sa di stare affrontando, ancora una volta, un argomento difficile, drammatico talvolta, come quello della maternità. E delle sue numerose forme.
Adele, rinata dopo la brutta parentesi finalmente chiusa con Gaetano, è messa anche stavolta di fronte alla vita e ai suoi bivi; la stessa vita che la protagonista assapora sempre fino in fondo e nella quale si districa grazie soprattutto al suo mondo. Un universo fatto dell’affetto delle sue amiche-sorelle, della sua famiglia, della sua città – ancora una volta coprotagonista del romanzo – e dell’immancabile Sant’Agata, figura che protegge e sostiene anche quando le speranze sembrano svanire.
In un gioco tra veglia e sonno, in un’atmosfera onirica ma ammantata di possibilità, Adele affronta la maternità, un tema troppo spesso dato per scontato, banalizzato, e su cui troppe persone pensano di avere il diritto di mettere bocca, non sapendo – o forse sì – quanto immenso possa essere il dolore, di chi magari avrebbe voluto ma non ha potuto, di chi non sente il richiamo di un figlio o di chi trova la sua personale strada per appagare la voglia di donare amore.
“Essere mamma è naturale”, “Se non hai figli, non sei una donna completa”. Donzuso, in poco più di 130 pagine, smonta le frasi fatte e tutte le teorie artificiali che avvolgono la maternità, elimina i confini della parola riportandola a concetto ampio e variegato, all’interno del quale ogni donna può trovare posto. “A modo suo”.