Leo Gullotta: un viaggio tra teatro, cinema e vita
Leo Gullotta, attore e doppiatore siciliano di 78 anni, si apre in un’intervista a Repubblica dove ripercorre i momenti salienti della sua carriera e della sua vita personale. Con sessant’anni di esperienza artistica, di cui venti trascorsi al Bagaglino e quarantatré al fianco del marito Fabio Grossi, Gullotta condivide i suoi ricordi, dagli esordi allo Stabile di Catania fino al successo con il regista Giuseppe Tornatore, descritto come “un regista perfetto che riesce a tirare fuori dal nulla la meraviglia che non ti aspetti”.
Gullotta racconta di aver sempre vissuto la sua omosessualità senza nasconderla, nonostante le difficoltà incontrate, come la censura subita dalla Rai quando gli fu negato il ruolo di don Pino Puglisi per pregiudizi legati alla sua sessualità. Nonostante gli ostacoli, ha mantenuto un atteggiamento positivo e non ha mai permesso che questi eventi influenzassero la sua passione per l’arte.
L’attore riflette anche sulla politica e sul suo coinvolgimento nel varietà del Bagaglino, dove ha osservato politici cercare di conquistare il pubblico con esibizioni imbarazzanti. Pur essendo un uomo di sinistra, Gullotta ha sempre mantenuto la sua integrità, rifiutando regali e mantenendo un comportamento rispettoso.
Ripensando alla sua infanzia in un quartiere popolare di Catania, Gullotta descrive un’Italia che si rialzava dalla guerra, un ambiente di solidarietà e di lavoro. La sua scoperta del teatro e della recitazione avvenne per caso, ma da quel momento in poi, la sua vita è stata un continuo apprendimento e una serie di incontri significativi con figure come Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.
Concludendo l’intervista, Gullotta parla dell’amore e del suo rapporto di lunga data con il marito, sottolineando l’importanza del rispetto, della stima e della serenità. Nonostante le sfide, l’amore per la vita rimane la sua forza motrice, una passione che lo accompagna verso i suoi prossimi ottant’anni.