“Felicissimo per la straordinaria accoglienza che ha avuto questo progetto: al debutto il pubblico ci ha letteralmente abbracciati, come se tutti, sulla scena e fuori, ci fossimo liberati dall’ansia, facendo finalmente festa grande”.
Lo ha affermato il regista Sebastiano Mancuso dopo il sold out delle rappresentazioni di ieri a San Berillo del Decamerone. Lo spettacolo – prodotto dall’associazione culturale Absinthe nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania, la bellezza senza confini voluto dall’Assessorato comunale e finanziato dal Ministero della Cultura – prevedeva tre repliche in un’unica giornata, tra i vicoli del quartiere catanese della prostituzione. “Ma viste le richieste – ha detto Mancuso -, credo che dovremo tornare a rappresentare lo spettacolo”.
Totale, come detto, la partecipazione del pubblico, in particolare durante la frenetica taranta e il corteo che si è mosso tra le case dirupate al fragoroso suono di tamburi e ottoni.
A sfilare, oltre agli applauditissimi attori – Luana Toscano (Filomena la narratrice), Antonella Scornavacca (la Santa), Elmo Ler (Calandrino), Loriana Rosto (Lisabetta da Messina), Ibrahima Diallo (il Diavolo), Daniele Triolo (Lorenzo), Claudia Bono (lettrice di tarocchi)- anche la banda dell’Orchestra d’armonia della Contea, i cinque elementi del coro Secret Chord, una decina di migranti del Centro Astalli e altri figuranti in abiti rossi da diavolo o con indosso maschere arcane.
Due le novelle al centro della narrazione: Lisabetta da Messina e Calandrino e l’elitropia. Entrambe, secondo Mancuso, rappresentano diversi modi d’illustrare “il rapporto con l’invisibile”, con Natura e Fortuna. Ed ecco dunque gli attori a consegnare tarocchi agli spettatori, pronosticando loro la sorte.
Oltre che per la regia e la recitazione, grandi consensi anche per il progetto d’arte visiva dello spettacolo, firmato da Gabriella Trovato, per i movimenti coreografici di Francesca Romana Di Giorgio, per il corpo bandistico diretto da Giulio Nido, e per il Maestro del coro Salvo Disca. Da citare inoltre Simone Raimondo (scenotecnica), Carmen Comis e Jacopo Castorina (sartoria) e Anastasia Zuccarello (assistente alla regia).
A proposito della citata funzione liberatoria da pandemia e guerra di questo lavoro teatrale, Mancuso, autore anche della drammaturgia di questo Decamerone, ha sottolineato di essersi ispirato non solo a Giovanni Boccaccio e a Pierpaolo Pasolini: “ho preso spunto – ha detto – anche da una serie di testi davvero affascinanti come quelli della mistica tedesca Ildegarda von Bingen, vissuta nel Medioevo, del regista, drammaturgo Alejandro Jodorowsky, esperto di tarocchi, e di uno dei padri di psicologia e antropologia come Carl Gustav Joung”.
“Non mi aspettavo tanto calore – ha sottolineato Elmo Ler, uno dei protagonisti -, ma credo che il risultato sia meritato perché abbiamo lavorato duramente e con passione. Viviamo tempi d’ansia e malinconia e il teatro, del quale abbiamo un grande bisogno, può lenire il nostro malessere”.
“Interpretando il Diavolo – ha confidato Ibrahima Diallo -, da dietro la mia maschera, splendida e terrificante, creata da Gabriella Trovato, leggevo, da attore, la paura negli occhi degli spettatori. Ma alla fine vi ho letto anche la libertà, la serenità”.