Borse griffate a 25€: ora le grandi firme svendono tutto | Una taroccata ti costa di più

Borse griffate - (cataniaoggi.it-pexels)

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La moda del lusso in Italia è in piena crisi, i grandi marchi sono sempre più imitati e si possono trovare borse a prezzi bassissimi 

Negli ultimi anni, il settore del lusso ha vissuto una crescita senza precedenti, con prezzi delle borse e degli accessori che hanno raggiunto cifre astronomiche. Tuttavia, dietro al luccichio delle vetrine delle boutique di alta moda, si nasconde una crisi profonda che sta mettendo in ginocchio migliaia di piccole e medie aziende artigiane. La strategia dei grandi brand di aumentare vertiginosamente i prezzi ha generato un effetto boomerang, riducendo la domanda e costringendo i fornitori, i cosiddetti terzisti, a fare i conti con un crollo delle commesse.

Assopellettieri fa sapere in una nota che il 2024 si è chiuso con dati preoccupanti per il settore della pelletteria: si stima che il fatturato abbia subito una flessione dell’8,4% nei primi nove mesi, con una perdita di oltre un miliardo di euro rispetto al 2023 e con un calo dell’export del 9.7%.

Dietro questi numeri si celano le storie di migliaia di artigiani e piccoli imprenditori che lavorano come terzisti per i grandi brand. Queste aziende, spesso a conduzione familiare, si occupano di trasformare materiali di alta qualità in borse, cinture, scarpe e accessori di lusso. Tuttavia, operano in condizioni estremamente precarie: i marchi impongono rigorosi standard di qualità, ma pagano cifre irrisorie per la manodopera. Molti imprenditori denunciano che una borsa venduta a 1.200 euro nei negozi viene pagata ai produttori appena 25 euro.

Questa dinamica crea una dipendenza economica dai grandi marchi, che dettano le regole del gioco senza preoccuparsi della sostenibilità economica dei loro fornitori. Il sistema dei terzisti, infatti, consente ai brand di ridurre i costi fissi e di mantenere la produzione in Italia per poter esibire il prestigioso marchio “Made in Italy”, senza però garantire condizioni eque agli artigiani che rendono possibile questa eccellenza. Gli effetti della crisi sono tangibili.

La dipendenza dai mercati esteri

Un altro fattore che ha contribuito al crollo del settore è la forte dipendenza dell’export. Il 70% della produzione italiana di pelletteria e moda è destinata ai mercati esteri, in particolare Cina e Stati Uniti. Il rallentamento dell’economia cinese ha causato una flessione del -28% delle esportazioni, mentre la Corea del Sud ha registrato un calo del -10,9%. Anche negli Stati Uniti, l’incertezza legata alla politica dei dazi della nuova amministrazione Trump potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo alla ripresa.

In una dichiarazione rilasciata a ‘Il Fatto Quotidiano’ Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri e Mipel, ha espresso preoccupazione per il forte rallentamento della domanda di beni di lusso che ha colpito duramente, considerando che una parte significativa delle produzioni italiane è destinata a brand internazionali. “Per rilanciare il settore, – commenta Sequi con Il Fatto Quotidiano – sarà fondamentale lavorare su una nuova politica industriale e fiscale che renda le nostre imprese più competitive. È dunque necessario per la presidente ripensare il sistema per attrarre le produzioni di brand dei segmenti del lusso accessibile, oggi spesso svolte in altri Paesi dove qualità e sostenibilità sono ben al di sotto dello standard italiano.

Borse griffate - (cataniaoggi.it-pexels)
Borse griffate – (cataniaoggi.it-pexels)

Il futuro del settore: incognite e speranze

Le prospettive per il 2025 restano incerte. Nei primi mesi non si prevedono miglioramenti significativi, invece una ripresa è attesa a partire dalla seconda parte dell’anno. Tuttavia, ciò dipenderà da vari fattori, tra cui l’evoluzione della domanda globale, la risoluzione di alcune questioni geopolitiche e le politiche di supporto da parte del Governo. Per rilanciare il settore, sarà fondamentale lavorare su una nuova politica industriale e fiscale che renda le nostre imprese più competitive. Ciò include misure specifiche di sostegno alla filiera e di valorizzazione delle competenze italiane. Per Assopellettieri, in questa fase di contingenza è necessario continuare l’azione presso le Istituzioni, a partire dal Governo, per sostenere il sistema della pelletteria e della moda che, nel suo complesso, rappresenta il secondo settore industriale italiano.

Se la crisi della moda non verrà affrontata con politiche mirate, l’Italia rischia di perdere una delle sue eccellenze più riconosciute a livello mondiale. Senza un intervento deciso, il “Made in Italy” potrebbe diventare solo un’etichetta vuota, priva del valore artigianale che lo ha reso un simbolo globale di qualità. Il destino di migliaia di artigiani e piccoli imprenditori dipende dalle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi: se non si troveranno soluzioni concrete, molte delle aziende che hanno fatto la storia della moda italiana potrebbero scomparire per sempre.