Canone RAI abolito: TV di Stato gratis per tutti | Lo streaming a costo zero sta uccidendo il servizio pubblico
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Canone RAI abolito - (cataniaoggi.it-pexels)
Dal 2025 molte categorie di cittadini saranno esentate dal pagamento del canone Rai, ma non sarà automatico: ecco come fare
Il canone RAI è da sempre un’imposta obbligatoria per chi possiede un televisore in Italia, destinata a finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo. Dal 1938, anno della sua introduzione, il canone ha subito numerose modifiche, tra cui l’addebito diretto sulla bolletta elettrica per ridurre l’evasione fiscale.
A partire dal 2025, il sistema subirà una svolta significativa: alcune categorie di cittadini potranno essere esentate dal pagamento. Questa decisione ha aperto un acceso dibattito su equità fiscale e sostenibilità del finanziamento pubblico della radiotelevisione. L’esenzione dal pagamento del canone non riguarderà tutti, ma solo determinate categorie di cittadini.
Potrà beneficiare di questa misura chi non possiede un televisore, previa presentazione di un’apposita dichiarazione di esenzione entro il 31 gennaio 2025 (o entro il 30 giugno 2025 per la seconda metà dell’anno). Sono esentati anche gli over 75 con reddito annuo inferiore a 8.000 euro, nati entro il 1950 e che rispettano le scadenze stabilite per la richiesta.
Come ottenete l’esenzione per chi ne ha diritto
Per ottenere l’esenzione, i cittadini dovranno compilare un modulo ufficiale disponibile sul sito della RAI e inviarlo all’indirizzo indicato. È fondamentale rispettare i tempi e le modalità previste per evitare di continuare a pagare l’imposta ingiustamente. Uno degli ostacoli principali nell’applicazione di queste esenzioni è la mancanza di informazione. Molti cittadini, infatti, non sono consapevoli della possibilità di richiedere l’esenzione e continuano a pagare il canone nonostante non siano più obbligati.
Questo accade spesso quando si cambia residenza o si attiva un nuovo contratto di fornitura elettrica, portando all’addebito automatico del canone senza che il cittadino ne sia a conoscenza. Una maggiore divulgazione di queste informazioni è essenziale affinché tutti possano esercitare i propri diritti e non incorrere in pagamenti non dovuti.
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Il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo
Con l’evoluzione delle abitudini di consumo, sempre più cittadini preferiscono le piattaforme di streaming rispetto alla televisione tradizionale. Questo ha sollevato dubbi sulla sostenibilità del modello di finanziamento della RAI, che si basa principalmente sul canone. Mentre alcuni ritengono che il servizio pubblico sia un patrimonio culturale da preservare, altri lo considerano obsoleto, soprattutto alla luce della crescente concorrenza di Netflix, Prime Video e altre piattaforme. La possibilità di rivedere il sistema di finanziamento della RAI è quindi al centro del dibattito politico.
L’esenzione di alcune categorie dal pagamento del canone avrà inevitabilmente ripercussioni finanziarie. Il governo dovrà trovare nuove fonti di finanziamento per garantire la sopravvivenza del servizio pubblico radiotelevisivo, il che potrebbe tradursi in una revisione del sistema fiscale o nell’introduzione di altre tasse. Inoltre, la riduzione delle entrate potrebbe compromettere la qualità e la quantità dei contenuti offerti dalla RAI, influenzando la programmazione e la produzione di nuovi programmi. La riforma del canone RAI rappresenta quindi una sfida importante per il futuro dell’informazione e della cultura in Italia.